“Il clima è quello di una mobilitazione di tutto il partito a sostegno dei nostri candidati sindaci. Mobilitazione che è sicuramente più forte di qualsiasi polemica di certo più isolata rispetto all’impegno del corpo dei nostri militanti”. Così il vicesegretario del Pd Lorenzo Guerini, in un’intervista a La Stampa. “Adesso ci sono i ballottaggi e andiamoci col massimo dell’impegno. Le analisi del dopo voto le lasciamo a lunedì. È un voto importante ma locale e nulla incide sulla tenuta del governo. Ma io sono fiducioso sugli esiti”, ha aggiunto.
Sul caso D’Alema spiega: “Troverei singolare che uno dei fondatori del Pd possa sostenere una candidata grillina”. Sulle tensioni all’interno del Pd spiega: “La resa dei conti non fa parte del vocabolario di chi sta dentro un partito che dovrebbe essere una comunità. Dopo i ballottaggi ci sarà la lunga campagna per il referendum e il Pd dimostrerà un impegno corale ed unitario per il sì. Poi al congresso ci confronteremo sulla linea politica e saranno iscritti ed elettori a scegliere quale debba essere e chi la debba condurre come leader. Trasformare questi mesi cruciali in una lunga campagna congressuale anticipata non è utile nè al Pd nè al paese”. E a chi farà campagna per il no al referendum cosa succederà? “Non si affronta un passaggio così importante come la riforma costituzionale – osserva Guerini – con la minaccia di azioni disciplinari. Detto ciò il Pd ha votato in tutti i passaggi la riforma, iscritta nelle tesi fondative del partito ed è chiaro che l’unica posizione del partito è per il sì alla riforma. Troverei bizzarro se non avessimo una linea unica e un’ambiguità risulterebbe incomprensibile innanzitutto ai nostri elettori”.