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Pioltello, la surreale vicenda della scuola censurata perché inclusiva

“Vorrei esprimere piena solidarietà al Dirigente scolastico dell’istituto comprensivo di Pioltello nel milanese che ha deciso, con grande coraggio, di chiudere la scuola il giorno di festa di fine Ramadan poiché il suo contesto scolastico è composto dal 40% di scolari con famiglie di fede musulmana.

Una scelta di civiltà e di inclusione, una decisione legittima, assunta nel rispetto dell’autonomia scolastica, dal collegio dei docenti e dal consiglio di istituto e presa nell’interesse della loro comunità scolastica. Preoccupano le parole del Ministro Valditara che dimostra scarso rispetto dell’autonomia scolastica e poca sensibilità nei confronti di una comunità educante plurale e inclusiva, della quale, per fortuna, si prendono cura il Dirigente scolastico e il Collegio docenti.

Ci chiediamo infine, senza alcuna polemica, se la reazione del Ministro sarebbe stata la medesima di fronte a ricorrenze di altra cultura o fede.”

Marwa Mahmoud, responsabile Partecipazione e Formazione politica nella segreteria nazionale del PD, prende la parola su un episodio che probabilmente non dovrebbe affatto essere oggetto di dibattito. Però, purtroppo, la realtà è questa: il ministro dell’Istruzione e del merito, Giuseppe Valditara, ha ritenuto opportuno alzare la voce per censurare la decisione di un Istituo scolastico del milanese di chiudere nel giorno in cui le persone di confessione musulmana festeggiano la fine del Ramadan. Una scuola che è intitolata a Iqbal Masih, un ragazzino pakistano, morto a 12 anni nel 1995, dopo una vita di sfruttamento iniziata a soli 4 anni, e una scelta di lotta e contrasto al lavoro minorile. Una scuola in cui quasi la metà dei bambini è di fede musulmana. Una scuola che pratica quello che gli istituti che formano i giovani sono chiamati a fare: l’inclusione.

Sollecitato dal ministro, è arrivato l’intervento dell’Ufficio scolastico regionale lombardo. Nella delibera con la quale il Consiglio d’Istituto dell'”Iqbal Masih” di Pioltello aveva disposto un giorno di vacanza per il 10 aprile prossimo ci sono alcune “irregolarità”, riscontrate sulla base di un “accertamento” degli ispettori mandati dal ministero dell’Istruzione e del merito. E il dirigente scolastico Alessandro Fanfoni è invitato a “valutare la disapplicazione della delibera e la possibilità dell’annullamento”. Fanfoni, che da giorni è oggetto di insulti e minacce, aveva spiegato che la decisione di chiudere non era un favore alla comunità islamica, ma una presa d’atto del contesto. Con il 43 per cento di alunni di fede islamica, nel giorno di Eid-El-Fitr, metà degli alunni o più resterebbero comunque a casa.

Si pronuncia anche l’arcivescovo di Milano, Mario Delpini: “chiudere un giorno per il Ramadan“- ha detto – è “un legittimo provvedimento dell’istituto, non solo assolutamente normale, ma auspicabile”. Sulla surreale polemica che da giorni agita il dibattito pubblico in un Paese che si dovrebbe professare laico, Delpini commenta: “Non mi pare il caso di far diventare la cosa un problema”. E, riguardo alle irregolarità riscontrate dall’Ufficio scolastico regionale nella delibera, osserva che “hanno i loro organismi. Se lo hanno detto, avranno i loro motivi”.

Ma al ministro Valditara le priorità che stanno a cuore sono altre, “le scuole non possono istituire nuove festività in modo diretto o indiretto”, ha tuonato. Con buona pace dell’autonomia degli istituti scolastici, che abbiamo visto chiudere in occasioni le più disparate, dal Carnevale alle settimane bianche, nel rispetto dei giorni di didattica garantiti. Ma questa al ministro non è andata proprio giù: “Il mio obiettivo – ha aggiunto – è far rispettare la legge, la legalità, le regole. Il calendario scolastico lo definisce Regione Lombardia. Le scuole possono derogare per esigenze comprovate legate al piano dell’offerta formativa”. L’ossessione regolatrice, securitaria, ordinatrice, da esercitarsi ostinatamente, soprattutto in alcune occasioni. Sono chiuse le celebrazioni del centenario di don Lorenzo Milani, e la scuola italiana non ha bisogno che di ordine e dsciplina per formare le nuove e i nuovi cittadini di questo Paese. Davvero?

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