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Misiani: Vogliamo dialogare con le partite Iva

La manovra non è ancora in Parlamento e i 5 Stelle da una parte e Italia Viva dall’altra sparano a zero. I grillini vogliono un vertice di maggioranza e avvertono che senza i loro voti «non si va da nessuna parte».

Il viceministro dell’Economia Antonio Misiani, che sta lavorando ai testi approvati martedì notte dal consiglio dei ministri (il decreto fiscale e il disegno di legge di Bilancio), invita tutti alla calma: «Alzare la voce non serve a nessuno». I 5 Stelle la stanno alzando.

Che succede?

«La manovra è importante e coraggiosa. Ha le sue complessità. E normale ci sia dialettica, mentre è controproducente che si rimetta in discussione tutto a colpi di tweet e bandierine da piantare».

Ma è normale che i 5 Stelle già chiedano un vertice?

«Eravamo già d’accordo che lunedì prossimo ci saremmo rivisti, bisogna chiudere il testo del decreto fiscale che al consiglio dei ministri è stato approvato “salvo intese”. Non è il primo vertice, non sarà nemmeno l’ultimo».

Ma qui si chiede un vertice politico con la motivazione che vanno difese le partite Iva e attenuata la stretta sull’uso del contante.

«La manovra è stata approvata da tutti, in consiglio dei ministri, e gli ultimatum lasciano il tempo che trovano. Se la si vuole migliorare, l’unico metodo serio è sedersi intorno a un tavolo, analizzare le eventuali criticità e provare a risolverle».

I 5 Stelle pongono questioni precise: vogliono rivedere la stretta sulle partite Iva fino a 65 mila euro.

«Noi vogliamo dialogare con il mondo delle partite Iva, ne riconosciamo il valore e l’importanza. Le misure che proponiamo sono ragionevoli: confermiamo una importante agevolazione sulle start up, con un’aliquota del 5%, e su quelle fino a 65mila euro, con il 15%. Per queste ultime sono previste correzioni per focalizzare meglio i beneficiari. Ciò detto, il dettaglio lo definiremo confrontandoci con le categorie interessate e con le forze della maggioranza».

Sulle partite Iva lei insiste sugli incentivi alla fatturazione elettronica.

«Sì è un punto importante, che può essere rafforzato».

Escludendo per esempio dall’obbligo delle scritture contabili chi adotterà la fatturazione elettronica?

«Come ho detto, ci confronteremo sui possibili correttivi e sono sicuro che troveremo un punto di equilibrio».

Forse sarà più difficile trovarlo nella maggioranza, sul tetto al contante e sulle multe per i commercianti che rifiutano il Pos.

«La riduzione del tetto all’uso del contante avverrà in maniera graduale, in tre anni. Si tratta, inoltre, di un impegno preso con grande convinzione dal presidente del Consiglio, Giuseppe Conte. Quanto alle sanzioni per chi non adotta il Pos, sono previste da un decreto legge del 2012. Si tratta ora di applicarle con senso di equilibrio. Ci sono, per esempio, importi e percentuali sulle quali siamo aperti al confronto».

Si duella anche su quota 100 e taglio del cuneo. I renziani vogliono abolire la prima per rafforzare il secondo, obiettivo quest’ultimo che non dispiacerebbe neppure al Pd. I 5 Stelle blindano invece quota 100.

«Nella maggioranza bisogna essere consapevoli che tutto si tiene. Come vale per quota loo, deve valere per il taglio del cuneo e per lo stop all’aumento Iva. Se si mettono in discussione le scelte di fondo, si compromette l’equilibrio complessivo».

I proprietari protestano contro l’aumento della cedolare secca dal 10 al 12,5%.

«Non è così. Se non avessimo deciso nulla, la cedolare, a norme vigenti, sarebbe salita al 15%. Noi l’abbiamo fissata al 12,5%, stabilizzandola e scontando una perdita di gettito».

Protestano anche contro la plastic tax e la sugar tax.

«La prima vuole accelerare la transizione a uno sviluppo plastic free, in linea con le direttive Ue. La seconda è già adottata in molti Paesi avanzati e ha un impatto limitato».

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