“Riconosciamo che il destino delle economie avanzate non è legato solo alle regole di bilancio da rispettare ma alla capacità di creare lavoro. Il governo sta facendo tutto il possibile, dalle riforme alla riduzione delle tasse, ma il problema è globale e serve una risposta europea”. Lo afferma al Quotidiano nazionale Filippo Taddei, responsabile economico del Pd, che spiega come per questo si cerchi un asse con i leader socialisti europei. “Certo – afferma – ridurre le tasse su chi lavora e produce è centrale in Italia. Il partito di Marine Le Pen in Francia ha preso più voti dove c’è maggiore disoccupazione. Per il bene dell’Europa vogliamo più lavoro e per questo vogliamo più investimenti”.
“Sulla crescita – continua Taddei – pesa una riduzione degli investimenti di 80 miliardi all’anno, di cui oltre 50 sono privati. Bisogna rendere più conveniente investire in Italia. Abbiamo già tagliato l’Irap per 5 miliardi, tolto Imu su imbullonati e terreni agricoli, prorogato gli sgravi per chi assume e, nel 2017, cala l’Ires”.
Alla domanda su con quali soldi potrebbe essere anticipato il taglio dell’Irpef al 2017, Taddei replica: “Lasciamo che il ministro Padoan e il commissario Moscovici portino avanti la discussione. Quando sapremo i numeri della finanza pubblica, vedremo se e quanto si potra’ anticipare il taglio programmato per il 2018”. Sullo spazio che servirebbe, osserva: “dipende dalla profondità dell’intervento. Una delle storture principali delle aliquote Irpef è il salto del prelievo, dal 27 al 38%, per i redditi che superano i 28mila euro. Parliamo di classe media. Ogni punto di riduzione di questa aliquota vale circa mezzo miliardo di euro”. “Non abbiamo mai violato le regole europee – precisa quindi Taddei – non chiediamo concessioni ma facciamo proposte per cambiare la politica europea”.