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Il governo Meloni mette a rischio il diritto alla salute. Non lo possiamo accettare

“Non è possibile dover aspettare un anno e mezzo per fare un banale esame specialistico, una gastroscopia, una mammografia: vuol dire eliminare la prevenzione. Questo succede in un momento in cui il governo sta definanziando, sta togliendo risorse alla sanità pubblica e in questo modo permette una privatizzazione strisciante“. L’ha detto, ospite della trasmissione Cinque Minuti su Rai1, la segretaria del Pd Elly Schlein.

“In altre parole – ha sottolineato Schlein – chi ha il portafoglio gonfio può andare dal privato a saltare le lunghissime liste d’attesa, chi non ha i mezzi per farlo sta rinunciando a curarsi e noi non lo possiamo accettare“.

Il governo dice di aver aumentato i fondi per sanità pubblica? “Sono gli stessi dati – ha spiegato la leader dem – a smentire questa tesi. La spesa sanitaria si calcola in tutto il mondo in base al Pil e con questo governo la spesa, di fatto, sta scendendo al di sotto del livello di spesa della pandemia, come se non ci avesse insegnato niente. Abbiamo bisogno di più risorse, di sbloccare le assunzioni e di evitare che si svuotino questi reparti, perché altrimenti non sarà più possibile garantire il diritto alla salute che è previsto in Costituzione“.

“Anche le Regioni amministrate dalla destra – ha concluso Schlein – stanno chiedendo di aumentare la spesa sanitaria almeno al 7,5% del Pil per difendere i diritto alla salute di tutte le italiane e di tutti gli italiani”.

“L’appello firmato dal Premio Nobel Giorgio Parisi e da altre autorevolissime personalità del mondo della scienza e della medicina è di straordinario valore. Dobbiamo ringraziarli per aver voluto con la loro voce lanciare un allarme che da mesi anche noi cerchiamo di porre in ogni sede politica e istituzionale”. Così Marina Sereni, responsabile Salute nella segreteria Pd, che continua: “Il Servizio Sanitario Nazionale rischia il collasso e l’eguaglianza tra i cittadini non è più garantita. Le risorse pubbliche destinate alla sanità sono troppo esigue e ci stiamo rapidamente di nuovo allontanando dalla media europea, dopo averla faticosamente raggiunta nell’emergenza pandemica”.

“Non può essere un tema da addetti ai lavori, è necessario un dibattito pubblico che coinvolga la più larga opinione pubblica, ha detto Sereni. Nelle scorse settimane il Pd ha presentato una proposta di legge a prima firma Elly Schlein, su tre punti molto semplici: portare gradualmente la spesa sanitaria del nostro Paese alla media europea (7,5% del Pil); abolire il tetto di spesa per il personale per poter programmare un piano straordinario di assunzioni nel SSN; aggredire finalmente il problema delle liste d’attesa affrontando i nodi strutturali e le criticità che si scaricano sui più fragili. La mettiamo a disposizione di tutte le forze politiche, di maggioranza oltre che di opposizione, per aprire un confronto che in vista della prossima manovra finanziaria ci faccia compiere un passo avanti nella direzione indicata dall’appello degli scienziati”.

L’appello di Fedriga (presidente Regione FVG e presidente Conferenza Regioni)

A ulteriore conferma del fatto che il rischio legato al definanziamento della sanità pubblica sia quanto mai concreto e tutt’altro che una strumentalizzazione del Pd, è arrivato l’appello del presidente della Regione Friuli Venezia Giulia (e presidente della Conferenza delle Regioni), non certo un militante del Partito Democratico.

Abrogazione del titolo 1 comma 13 del dl Pnrr che taglia 1,2 miliardi alle Regioni relativi prevalentemente a opere per la sicurezza sismica delle strutture ospedaliere o un impegno formale per la reintegrazione dei fondi. E’ quanto chiede al Governo la Conferenza delle Regioni nel parere alla Conferenza Unificata (l’intesa sul punto è stata rinviata). Se questo non dovesse avvenire, le Regioni sarebbero pronte a rivolgersi alla Corte Costituzionale.

“Ci siamo sempre mossi – ha detto Fedriga – in modo costruttivo seppure in uno scenario critico, ovvero per quanto riguarda i fondi ex articolo 20 abbiamo chiesto che venga eliminato il definanziamento o che venga preso un impegno formale per rifinanziarli negli anni successivi. Il nostro parere è condizionato a questa richiesta. Utilizzeremo tutti i canali della collaborazione e anche quelli di non collaborazione, se necessario, per tutelare il più possibile il servizio sanitario nazionale. Penso che sia un obiettivo di tutti, in primis del governo, dare una risposta che possa migliorare la risposta sanitaria del Paese. Da un’interlocuzione informale abbiamo visto un’apertura del governo”.

 

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