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Renzi: “Banca d’Italia e Consob non hanno garantito controlli efficienti”

Caro Direttore, il pezzo di ieri è stato rubricato come “Retroscena” ma rappresenta in realtà la versione unilaterale, e discutibile, di Banca d’Italia. Poteva tranquillamente essere rubricato come “Il colloquio” o “L’intervista”. O, se preferisce, “La sbobinatura”.
Per rispetto alla verità dei fatti ho il dovere di smentire radicalmente la versione riportata dal Suo giornale. E del resto, come sanno tutti i protagonisti di quella vicenda, le cose sono andate in modo radicalmente diverso.

1- Non è vero infatti che il Governo non sia stato informato per tempo dei commissariamenti delle banche in crisi, a cominciare da Banca Etruria. Ogni passaggio è stato concordato tra Palazzo Chigi e Mef in perfetta sintonia e tutto si è svolto in un clima di piena collaborazione istituzionale con Banca d’Italia. E anche dopo il commissariamento di Banca Etruria, avvenuto nelle prime settimane del 2015, il rapporto tra il Governo e Banca d’Italia è sempre stato corretto come hanno dimostrato i numerosi incontri successivi tenutisi a Palazzo Chigi o in via Nazionale.

2- Nessuna freddezza legata alle vicende di Banca Etruria, nessuna mancata collaborazione: il Governo, che ha agito in modo concertato e coeso come potrà agevolmente confermare il ministro Pier Carlo Padoan, e la Banca centrale hanno cercato insieme di affrontare le numerose sfide che si sono presentate in quei mesi. Nessun problema istituzionale, dunque. Nessuno.

3- Il giudizio politico negativo sulla gestione degli organismi di vigilanza, che il Pd ha espresso nelle sedi proprie istituzionali al momento del rinnovo degli incarichi, non prima né dopo, non trae dunque spunto da presunte difficoltà istituzionali ma da una constatazione: le cose non hanno funzionato come avrebbero potuto e dovuto. Il nostro giudizio politico è che in questi anni Banca d’Italia e Consob non abbiano garantito un sistema di controlli efficiente. E i primi segnali che vengono dalle sedute della commissione d’inchiesta rafforzano questa valutazione. Il tempo ci darà ragione, caro Direttore. E lo sanno tutti gli addetti ai lavori, anche quelli che pubblicamente ti danno torto e privatamente ti dicono il contrario. La verità alla fine viene fuori.

4- Anziché continuare a evocare la vicenda Banca Etruria, su cui pure sarà interessante nelle prossime settimane ricostruire sul serio l’accaduto anziché usarla come comodo alibi per azzerare ogni critica, sarebbe interessante capire che cosa è accaduto nella vigilanza sugli istituti veneti e non solo. E non basterà cercare di scaricare in modo irresponsabile le colpe sui predecessori, più o meno autorevoli, come qualcuno potrebbe immaginare di fare, contro la nostra opinione.

5 – Quanto a me: credo nelle istituzioni. Mai nessuno potrà dire di aver sentito da me parola alcuna su incontri riservati con le alte cariche dello Stato. Ho scritto un libro con molti retroscena, ma non ne troverete nemmeno uno sugli incontri ai massimi livelli su questi temi. Perché ho giurato sulla Costituzione di adempiere le mie funzioni con disciplina e onore: e io non vi rinuncerò mai, meno che mai per una piccola polemica. Perché rispettare le istituzioni significa evitare di far circolare veline su presunti scontri istituzionali, peraltro inventati di sana pianta. Se in questi anni le autorità della vigilanza avessero passato il proprio tempo leggendo meglio i documenti dei loro colleghi anziché parlando coi giornalisti per raccontare discutibili retroscena, probabilmente il mondo del credito e della finanza oggi starebbe meglio.

Grazie per l’ospitalità, caro Direttore. Dire e ribadire la verità su ciò che è accaduto per me è fondamentale non solo per il doveroso rispetto delle persone coinvolte. Ma soprattutto perché da questa vicenda tutti dobbiamo imparare qualcosa. Aziende hanno chiuso per la mancanza di credito, famiglie e risparmiatori hanno pagato un prezzo talvolta salato, funzionari di banca hanno perso il posto di lavoro. La politica ha il dovere di non voltare le spalle a questa gente. E il Pd non potrà mai accettare che su questa vicenda cali un velo di ipocrisia.
Dire e ribadire la verità, allora: non per regolare conti del passato ma per aiutare l’economia italiana del futuro.
Un saluto cordiale, Matteo Renzi

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