“Io e Laura Boldrini siamo appena tornati dalla Tunisia e rischiamo di essere gli ultimi parlamentari europei ad aver avuto la possibilità di entrare nel Paese”.
Reduce da una missione nello Stato nordafricano Peppe Provenzano, responsabile Esteri del PD, è preoccupato. Intervistato da la Repubblica, dichiara che il divieto d’ingresso imposto a una delegazione Ue “è un fatto gravissimo, specie a due mesi dalla firma del Memorandum di intesa alla presenza di von der Leyen. Segnala un salto di qualità nella costruzione del regime attraverso una rottura con la Ue. Meloni ha trascinato l’Europa nell’umiliazione“.
“Umiliante è aver dato legittimazione politica a un dittatore razzista che calpesta i diritti umani e che aveva già smentito quell’accordo. Per la sua ideologia e nel suo discorso di odio Saied non accetterà mai di trasformare la Tunisia nel campo profughi del vecchio continente“.
Per Provenzano questo “è il fallimento della strategia italiana basata sull’esternalizzazione delle frontiere e resta una macchia sulla presidente della Commissione Ue che spero abbia capito l’errore di inseguire nazionalisti come Meloni”.
“Eppure non dico di non parlare con la Tunisia. Dico di più: l’Europa la sostenga economicamente e socialmente, anche prescindendo dal negoziato con l’Fmi. Ma a delle condizioni: ripristino del processo democratico, rilascio dei prigionieri politici e rispetto dei diritti umani”.