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Martina: “Pronti a confrontarci per una coalizione inclusiva e plurale”

«Nei prossimi giorni invieremo a tutte le forze che vogliono confrontarsi con noi, al centro e a sinistra, il documento programmatico uscito da Napoli. Pronti al confronto per una nuova coalizione». Il ministro Maurizio Martina è reduce da Napoli, dove ha organizzato, in qualità di vicesegretario, la Conferenza programmatica del Pd.

A Napoli Renzi sembra aver cambiato linea, dando retta a Franceschini, Orlando, Prodi e ora a Gentiloni, che chiedevano di riaprire la partita delle alleanze.

«A Napoli abbiamo lavorato e ascoltato tanto. Siamo gli unici ad aver messo in campo uno sforzo programmatico così forte. Nove piazze tematiche, oltre 2.500 persone intervenute, 40 ospiti. Usciamo da Napoli più forti e con una proposta sul progetto e sul metodo, sui contenuti e sugli strumenti».

Parliamo di metodo: come costruire la coalizione e con chi?

«Il segretario ha detto parole chiare: vogliamo una coalizione ampia, inclusiva e plurale, con il Pd perno centrale, aperto al contributo di altre forze».

Dunque si riapre una possibile interlocuzione anche con Mdp. Com’è possibile lavorare con D’Alema e Bersani, dopo tanti scontri?

«Noi non siamo interessati a porre veti né al centro né a sinistra. Rivendichiamo lo sforzo del Pd in questi anni, senza il quale il Paese non avrebbe fatto i passi avanti di oggi dopo la crisi. Siamo interessati a confrontarci sulla prospettiva».

Su che basi?

«Sulla base delle idee elaborate a Napoli, che invieremo a tutte le forze del centro e della sinistra».

Si aprirà un tavolo?

«Vedremo il metodo da seguire, intanto consolidiamo l’impegno a costruire una coalizione di centrosinistra».

Mdp, però, vorrà rimettere in discussione Jobs act, articolo 18 e Buona Scuola

«Siamo pronti a confrontarci su tutto, dalle politiche per il lavoro, a quelle per la scuola, dalla protezione sociale al Sud. Di certo non accetteremo abiure del lavoro fatto, che è stato faticosissimo e di cui siamo orgogliosi. Chi vuole lavorare unito al Pd sa che ci siamo».

La prima risposta di Roberto Speranza è negativa. Dice che Renzi è «un disco rotto» e che serve una svolta radicale sulle politiche.

«Consiglierei a Speranza di ascoltare e riflettere prima di parlare. La sua mi sembra una dichiarazione fotocopia di tante altre. Dopo di che, ognuno farà le sue scelte. La nostra è quella di avere un atteggiamento aperto, avendo come obiettivo quello di battere la destra e i 5 Stelle e di costruire un’alternativa forte a queste due derive».

Lei condivide le critiche di Renzi al governatore Visco, che il premier ha scelto di riconfermare?

«Voltiamo pagina. Quello che ha stabilito il presidente del Consiglio si sostiene. Credo che ora valga la pena di concentrarsi su come avere strumenti più forti di tutela dei risparmiatori e di maggiore controllo e vigilanza. Vorrei, ad esempio, che si riflettesse di più sulle indicazioni date dal procuratore di Milano Francesco Greco».

È ipotizzabile un passo indietro di Renzi come candidato premier?

«Il Pd non rinuncia alla leadership del suo segretario scelto dagli elettori. Noi siamo una squadra e, come ha detto Renzi, il problema non è chi governa di noi, ma se governiamo noi o Di Maio e Salvini».

Se il presidente Grasso, che ha abbandonato il Pd, diventasse leader della sinistra, sarebbe un elemento a favore di un’alleanza o di freno?

«Noi possiamo solo dire che rispettiamo le scelte del presidente Grasso, anche se ne siamo rammaricati».

Si riparla di ius soli. È giusto mettere la fiducia?

«Deciderà il premier. Se matureranno le condizioni e si sceglierà questa via, noi ci saremo».

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