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Gasbarra: “Allargare alleanze e partito la strada giusta per l’alternativa al governo delle destre”

Onorevole Enrico Gasbarra è vero che non si ricandiderà alle Europee?

«La direzione regionale del Pd mi ha inserito tra i candidati valutando positivamente il lavoro svolto dai parlamentari uscenti. Ringrazio per la fiducia il Pd Lazio, il segretario Bruno Astorre e Nicola Zingaretti, che incontrerò nei prossimi giorni. Vorrei prendermi però una piccola pausa dalla vita parlamentare. D’altronde l’impegno politico è una passione che prescinde il Parlamento europeo, anzi forse si può coltivare ancor meglio e con più forza anche da fuori. Dopo 5 anni all’estero sento il bisogno di avere più tempo per la famiglia, mia figlia Benedetta e di ritornare a vivere a pieno la mia amata e martoriata Roma. Voglio essere più presente sui territori, tra la mia gente e nel contempo riprendere il mio lavoro giuridico-normativo nel mondo delle telecomunicazioni, anche alla luce delle esperienze acquisite nella Commissione Giuridica europea. Ovviamente continuerò a sostenere Zingaretti, il Pd e il progetto di ricostruzione del nostro partito, magari favorendo di più la partecipazione e la presenza nel nostro campo politico del ceto medio, del mondo produttivo e del lavoro, dei moderati e dei cattolici, al momento forse ancora troppo poco rappresentati».

 

Nel 2014 ha avuto quasi 120mila voti di preferenza, non pensa di «servire» ancora al Pd per aumentare i consensi?

«Gli elettori sono sempre stati generosi con me, non ho dubbi sul loro affetto e li ringrazio per il grande sostegno che sempre mi hanno dato. La coraggiosa decisione di dar vita ad una lista larga con simbolo composito merita da tutti noi una riflessione in più e gesti tangibili di generosità per dare spazio a candidature che vanno oltre il Pd e che possono aggiungere altre sensibilità politiche e più esperienze territoriali».

 

Condivide la decisione di Zingaretti di allargare le liste a Calenda e Speranza?

«La condivido, la sostengo e sono particolarmente felice della ripresa del dialogo con Speranza. Anzi, sarei andato anche oltre provando a coinvolgere i moderati e i cattolici del centrodestra sempre più schiacciati dalle politiche sovraniste di Salvini. È tempo di chiudere la stagione dei “butta fuori” e di aprire con coraggio e senza timori quella dei “butta dentro”. Allargare le alleanze e il partito è la strada più solida per costruire l’alternativa al governo delle nuove destre sovraniste e delle incompetenze. Manterrei fermo, però, il punto che gli eletti della nostra lista in Europa abbiano l’obbligo di aderire allo stesso gruppo parlamentare. Il Pd non può essere un autobus».

Cosa ricorderà, nel bene e nel male, della sua esperienza a Bruxelles?

«L’esperienza europea è stata bellissima, impegnativa e formativa. Ho lavorato bene con i miei colleghi della delegazione democratica. Tutti si sono impegnati e hanno portato a casa risultati importanti per l’Italia. I ricordi più brutti di sicuro sono stati gli attentati di Bruxelles e Strasburgo, ma anche il giorno del voto inglese sulla brexit. I più belli la visita di papa Francesco in Parlamento e la vittoria sui giganti del web con la direttiva del copyright a tutela degli autori della cultura, del settore audiovisivo, di milioni di utenti e dei tanti lavoratori del comparto che è strategico per il Lazio e il Paese».

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