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Approvato il voto per i fuori sede, Pd: grande soddisfazione ma non basta

Eravamo rimasti fra i pochi in Europa a non aver ancora regolamentato il voto degli italiani che, per ragioni di studio o lavoro, vivono fuori dal proprio Comune di residenza.

Ora la Commissione Affari costituzionali al Senato ha approvato, nell’ambito del decreto elezioni, l’emendamento proposto da Fratelli d’Italia, e sottoscritto da tutti i gruppi parlamentari, per consentire il voto agli studenti fuori sede alle prossime elezioni europee. L’emendamento è stato votato all’unanimità.

Dalle prossime elezioni europee quindi gli studenti fuori sede potranno votare facendo richiesta al proprio comune di residenza almeno 35 giorni prima delle elezioni. L’amministrazione avrà 15 giorni per approvarla e trasmetterla al comune di domicilio, che dovrà fornire al richiedente – entro 5 giorni prima del voto – un’autorizzazione da presentare al seggio.

Il Partito democratico, da sempre fautore di questo provvedimento, preannuncia però che non basta: “Dopo anni di battaglie arriva, con colpevole ritardo ma finalmente, una prima risposta positiva: gli studenti fuori sede potranno votare per le europee. Il Pd porta a casa questo risultato senz’altro positivo ma ancora parziale: ci batteremo, in Aula e fuori, perché possano votare anche alle elezioni politiche. E insisteremo perché possano votare anche i lavoratori fuori sede e chi abbia problemi sanitari. Non è concepibile che si continuino a escludere intere categorie dal diritto di voto”.

Un primo passo avanti, quindi, di cui non ci si può accontentare. Il capogruppo del Pd Francesco Boccia spiega: “Abbiamo sostenuto il voto agli studenti fuori sede ma ovviamente non basta, ecco perché in Aula presenteremo un emendamento che consentirà anche ai lavoratori fuori sede e a chi ha problemi sanitari ed è fuori regione di votare. Nel 2024 non è possibile che ci sono delle regioni, penso alla Calabria, che ha tantissimi residenti che vivono in regioni del Nord e non hanno la possibilità di tornare per votare. Insomma, quindi bene per gli studenti ma serve aggiungere anche i lavoratori e coloro che sono fuori regione per ragioni sanitarie”.

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