Muove il primo passo, a partire dalla Commissione Ambiente-Lavori pubblici del Senato, l’iter d’esame dei progetti di legge per la riforma della Rai. Sono stati incardinati in Commissione VIII i cinque disegni di legge – fra cui quello del Pd, presentato da Antonio Nicita a inizio legislatura – depositati finora.
“Il punto di fondo – sottolinea Nicita – è quello di garantire un’offerta del servizio pubblico indipendente, autonoma, plurale con un sistema di Governance basato sui migliori modelli esistenti e consolidati dall’esperienza; una RAI fondata sull’informazione di qualità e il contrasto alla disinformazione, capace di competere con i migliori modelli in Europa”.
“Questo significa – spiega il vicepresidente del gruppo Pd in Senato – oggi basarsi anche sui principi e le regole sancite in Europa dal Media Freedom Act che rafforza le garanzie di indipendenza e autonomia del servizio pubblico radiotelevisivo inteso come uno dei pilastri fondamentali dello stato di diritto, nel rispetto dei diritti costituzionalmente garantiti”.
La legge europea sulla libertà dei media, istituita a protezione di giornalisti e media europei da ingerenze politiche ed economiche, “è già entrato in vigore. Abbiamo tempo fino all’8 agosto del 2025 per allinearci, ma è già in vigore in tutti i Paesi europei”. Lo aveva sottolineato solo qualche giorno fa, in occasione del rinnovo del CdA Rai, la segretaria Schlein. “Quella normativa chiede che finalmente la Rai sia indipendente dalla politica e dai partiti. Come ho detto all’inizio del mio mandato da segretaria, Giorgia Meloni sarà l’ultima premier che procederà alla lottizzazione della Rai”. In tale occasione, il Pd aveva rivendicato la propria astensione al voto, in coerenza con la necessità di discutere prima “una riforma della governance che allontani i partiti dal servizio pubblico”.