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Legge sul fine vita, Zanda: “Senatori di tutti i partiti vogliono approvare questo provvedimento di civiltà”

Presidente Zanda, esiste veramente la volontà politica per fare la legge sul fine vita?
«Certo che c’è. E c’è da tempo. Da almeno tre legislature, dal tempo dell’Ulivo, stiamo cercando d’introdurre nell’ordinamento italiano una normativa umanamente sensibile sul fine vita».
Quale il primo passo concreto sull’argomento?
«Nei prossimi giorni faremo un’assemblea del gruppo, per confermare le volontà di tutti noi. Intanto ho inviato ai senatori e alle senatrici il testo del Papa».
Però in commissione l’iter è stato travagliato.
«Sì, a causa di un ostruzionismo degno di miglior causa. Perché questo tipo di leggi sono molto delicate, difficili da scrivere, anche tecnicamente. Non riesco a capire come si possano migliorare con l’ostruzionismo. Siamo arrivati al punto che la relatrice De Biasi ha dovuto rinunciare all’incarico, per consentire al provvedimento di arrivare in aula, sia pure senza relatore».
I centristi si mettono di traverso?
«Penso che molte delle perplessità possano trovare un chiarimento alto nelle parole del Papa. Che ha indicato la strada giusta».
Ci sono ancora resistenze però.
«Bisogna distinguere tra la ragion politica e il merito del provvedimento. Nel merito, il provvedimento tende a impedire l’accanimento terapeutico, che ha significato esattamente opposto all’eutanasia, ma prende atto che noi siamo tutti degli esseri umani e che a un certo punto, nei casi gravi di malattia, non è più contrastabile la morte. Il Papa ricorda le parole del catechismo: “Non si vuole così procurare la morte: si accetta di non poterla impedire”».
I tempi ci sono per approvare la legge?
«C’è in atto una corsa contro il tempo. Non sappiamo quando il presidente della Repubblica scioglierà le Camere, ma sappiamo che a dicembre, oltre alla legge di bilancio che ci porterà via diverse settimane, dobbiamo cercare di approvare sia il nuovo regolamento del Senato sia lo ius soli. E naturalmente, il fine vita».
Si può mettere la fiducia?
«Fiducia o non fiducia, l’importante è che il provvedimento abbia i numeri per essere approvato. Perché vedo che moltissimi senatori di tutti i gruppi tengono assai a questa legge di civiltà».
Non è che i grillini, che sono favorevoli, alla fine si sfilano come è accaduto sulle unioni civili?
«Lo escludo. Sarebbe una bassezza di infimo livello».
Berlusconi è contrario. Non la stupisce?
«Di Berlusconi, non so. So però che molti parlamentari di Forza Italia vorrebbero votare volentieri la legge. E poi, guardi, tutti i papi del nostro tempo a cominciare da Pio XII si sono sempre dichiarati contrari all’impiego di tutte le tecniche mediche potenzialmente disponibili, pur di prolungare i tempi di una sopravvivenza artificiale. Tutti con una sensibilità sempre maggiore man mano che il progresso scientifico entrava in conflitto con le leggi della natura, allungando artificialmente e spesso con sofferenza la durata della vita».
E se il Senato, dopo che la legge e stata approvata alla Camera, dovesse decidere di non fare niente sul fine vita?
«Sarebbe la magistratura a decidere caso per caso. Creando confusione nei cittadini. E facendo crescere quella repubblica giudiziaria, che è respinta da quegli stessi parlamentari che vogliono votare contro la legge sul fine vita. Questo è uno dei tanti paradossi, in cui purtroppo la politica italiana ogni tanto inciampa».

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