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Fassino: “Alleanza senza veti a partire dai programmi. No ad una sinistra che fa solo testimonianza”

Pronti alle alleanze, certo, ma su programmi e obiettivi chiari, senza veti e abiure da parte di nessunoĀ».

Piero Fassino dice la sua nel dibattito dopo le urne siciliane. Lui di elezioni ne ha viste tante, e non lo convincono alcune analisi di queste ore. Dice con una punta di ironia: Ā«Certo che scoprire la destra in Sicilia, e pure vincente, ĆØ una sorpresa…Ā».

 

Fassino, cominciamo dall`analisi del voto nell`isola, allora. Ā«Bisogna essere freddi, lucidi e soprattutto onesti intellettualmente: tutti sapevano che le chances di successo non erano molte, sia per il pregresso del governo regionale uscente, sia per le divisioni nel centrosinistra. Non voglio minimizzare, in Sicilia si ĆØ perso, c`ĆØ un arretramento elettorale assieme alla conferma che quella regione ĆØ orientata politicamente in un certo modoĀ».

 

E` andato bene il M5S?
Ā«Ha certamente preso molti voti, anche se non si puĆ² ignorare che rispetto alle politiche hanno perso 6 punti e soprattutto non hanno vinto, come invece sia Grillo che Di Maio avevano strombazzato e annunciatoĀ».

 

Le ricadute politiche nazionali di questo voto?
Ā«L`Italia non ĆØ la Sicilia, ma non c`ĆØ dubbio che il voto dell`isola conferma che se si vuole vincere occorre costruire un sistema di alleanze. Con la legge elettorale che ci siamo dati, e in presenza di tre poli, ĆØ difficile se non impossibile che una sola forza riesca a conquistare la maggioranzaĀ».

 

Dunque?
Ā«E`chiaro, sono necessarie le coalizioni. Se guardiamo in Europa, ovunque, dico ovunque, governano coalizioniĀ».

 

L`alleanza e la coalizione sono adesso il leit motiv anche del Pd. Che tipo di alleanze tentare?
Ā«Come abbiamo detto giĆ  prima del voto in Sicilia, costruendo un campo largo di centrosinistra. Naturalmente ci si unisce su un programma. E`superata, appartiene a un`altra epoca politica, l`unione di tutti contro l`avversario con il solo obiettivo di non farlo vincereĀ».

 

Ma proprio sui programmi, da sinistra sollevano obiezioni dirimenti, il Jobs act, la buona scuola.
Ā«Se per allearsi, come chiedono da Mdp, si deve rinunciare a Jobs act e a buona scuola, che andiamo a raccontare alle migliaia di precari della scuola regolarizzati, e al quasi milione di lavoratori nuovi assunti?Ā».

 

Dicono che cosƬ si perdono gli elettori di sinistra.
Ā«Il vero problema ĆØ che c`ĆØ ormai una parte della sinistra che pensa che il governo non sia la dimensione da perseguire. Se qualcuno pensa di fare Corbyn o Melanchon, ricordo solo che entrambi hanno perso. E` un nodo strategico, questo, che spiega tante divisioni, della storia e attuali: si vuole una sinistra che governi o una di pura testimonianza? Se parti giĆ  che pensi di stare all`opposizione, parti che hai giĆ  perso. E invece il centrosinistra puĆ² ancora vincere, soprattutto se ĆØ credibile e unitoĀ».

 

Per favorire un accordo, Renzi ha annunciato che potrebbe fare un passo indietro.
Ā«Questa legge elettorale non prevede che si preannunci il leader della coalizione, si decide dopo, anche in base ai risultati. Ma aggiungo una cosa che puĆ² sembrare banale ma ĆØ un dato di fatto: in tutti i Paesi democratici, dico tutti, guida il governo il leader del partito che ha vinto, il piĆ¹ votato dagli elettori. CosƬ la Merkel, Rajoi e tutti gli altriĀ».

 

Nel Pd il clima interno sembra rasserenato, o no?
Ā«Continuo a pensare che leader indiscussi non ce ne sono e non sono mai esistiti, cosƬ come leader che non commettono errori. Ma su Renzi, siamo chiari: abbiamo fatto un congresso, che le minoranze in primo luogo hanno chiesto, Renzi ĆØ stato eletto con milioni di voti, non possiamo riaprire ogni mese la questione della leadership del PdĀ».

 

Il perimetro delle alleanze possibili?
Ā«Guardiamo con grande interesse a Pisapia, alla Bonino, a Grasso, alla Boldrini, a Bassolino, Calenda, interlocutori preziosi. Se poi il campo si allargasse anche a Mdp, meglio ancora, non metto certo paletti, purchĆ© ci sia chiarezza sui programmi, senza vetiĀ».

 

E il centro?
Ā«In questi anni Alfano e forze di centro hanno fatto parte della maggioranza di governo, e altrettanto ĆØ avvenuto in molti comuni e regioni. Un centrosinistra che vuole vincere non rinuncia a questo apportoĀ».

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