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Rosato: “A furia di seminare odio, qualcuno trasformerà l’istigazione in fatti”

«Ho cominciato a ricevere messaggi di solidarietà da alcuni amici, e mi domandavo che cosa stesse succedendo…».
Poco dopo però, ripresa la lettura dei giornali, il capogruppo del Pd alla Camera Ettore Rosato ha capito. Perché ieri la Stampa riportava che Angelo Parisi, designato dai Cinque Stelle come assessore in caso di loro vittoria in Sicilia, in un tweet del 17 ottobre gli si rivolgeva così: «Facciamo un patto. Se questa legge sarà cassata dalla Consulta noi ti bruceremo vivo. Ok?»
«Sono molto amareggiato. Non tanto per le minacce personali, ma perché arrivano da chi può essere chiamato a responsabilità amministrative e politiche così importanti. Non si rende conto che, a furia di seminare odio, le piantine crescono e c’è il rischio che qualcuno poi trasformi l’istigazione in fatti concreti».

Pensa a una denuncia?
«Ho sempre cercato di non denunciare nessuno. Ma qui bisogna pensare al contesto generale: c’è un rappresentante politico che istiga all’odio e alla violenza. Quindi ho segnalato la cosa all’autorità giudiziaria, che saprà cosa fare».

Il candidato grillino alla presidenza della Regione Sicilia, Giancarlo Cancelleri, conferma Parisi in squadra.
«Mi sembra una follia. Non riesco a trovare alcuna giustificazione per volere accanto nelle istituzioni chi pensa e scrive cose di quel genere».

Scoppiato il caso, Parisi ha messo in Rete un messaggio di scuse. Qualcuno del M5S le ha telefonato?
«Nessuno. Sono stupito, anche per i rapporti personali quotidiani che abbiamo in Parlamento. Mah, forse ciascuno ha pensato che lo facesse un altro… Invece sono molto toccato dalla solidarietà trasversale arrivata da tutte le altre forze politiche».

È finito nel mirino in quanto padre della nuova legge elettorale, o crede che ci sia altro?
«Capisco la personalizzazione sul sistema di voto, ma non sono il primo a diventare bersaglio di attacchi; però forse questo si diversifica Per i contenuti e per il ruolo di chi lo lancia. Purtroppo sui social c’è una campagna di odio e violenza, mai fermata dai 5 Stelle, che cammina in parallelo a quella delle fake news. È un mix che fa veramente male alla democrazia e alla società».

Perché non avete legiferato per arrestare il fenomeno?
«Abbiamo sempre lavorato per evitare di mettere il bavaglio alla Rete. Se non c’è maggiore cultura del rispetto, non c’è legge che tenga».

Fa un po’ paura pensare che non ci sia niente da fare.
«È un campo nuovo e sempre in evoluzione. Certamente bisogna adeguare leggi e sanzioni. Alcune cose importanti le abbiamo fatte, ma nulla potrà mai contro l’imbarbarimento di una certa politica. Quel pezzo della politica che tollera, giustifica e alimenta l’odio e la violenza».

Il governo Gentiloni sta registrando la percentuale più alta in assoluto di leggi compresa quella elettorale – approvate per mezzo della fiducia: circa il 50%. Arriverà anche per lo ius soli?
«Il nuovo sistema di voto ha ottenuto il più ampio consenso della storia repubblicana. Comunque, la fiducia è uno strumento previsto dal regolamento parlamentare. Se è possibile evitarla, tanto meglio. Ma la cosa più importante è il contenuto di una legge».

E l’importanza del dibattito parlamentare?
«Certo. Ma la fiducia serve per impedire l’ostruzionismo o le inutili incognite del voto segreto».

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