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Zingaretti: «I Cinque Stelle? Dialogo solo con gli elettori»

«Il Pd deve parlare all’elettorato dei Cinque Stelle, non ci interessano accordicchi. Noi dobbiamo dare speranze. E per farlo bisogna essere seri e non seguire in maniera ossessiva i tweet o i selfie di Matteo Salvini per rispondergli». Così, nell’intervista al Corriere della Sera, Nicola Zingaretti. «A novembre – continua poi il segretario – una costituente, non stiamo certo prendendo tempo».

 

Zingaretti, l’Istat dice che ci sono più occupati.

«Se le cose in Italia andassero bene sarei la persona più felice del mondo: la verità è che ci sono più posti di lavoro, ma c’è meno lavoro. E comunque il lavoro è sempre più precario e parcellizzato. Inoltre l’Istat dice anche che la crescita è praticamente a zero. In tutto ciò la pressione fiscale è cresciuta e, secondo i dati dell’Inps, la cassintegrazione è aumentata del 99,8 per cento. Questi dati ci dicono che il governo Conte-Salvini-Di Maio ha portato il Paese in una situazione economica, e tra breve anche sociale, drammatica. Sono impegnati un una danza macabra ai danni dell’Italia».

 

Continuano a governare…

«Certo, perché stiamo parlando di una classe dirigente irresponsabile, che ha una grossa maggioranza in Parlamento ed è mossa solo da interessi personali o di partito. Ma loro sanno di non essere più veramente forti. Se si sentissero tali andrebbero al voto. E invece no. La verità è che Salvini ha un grande consenso popolare, ma è prigioniero di uno schema politico creato da lui stesso, basato su questa alleanza, che produce immobilismo e danni per l’Italia».

 

In caso di referendum sul taglio dei parlamentari il Pd come voterà?

«Non credo ci sarà il referendum . Noi discuteremo l’atteggiamento che dovremo avere, però mi permetto di inserire anche questa riforma nel lungo elenco delle bombe di distrazione di massa di questo governo. La stessa cosa vale per autonomie, fiat tax e giustizia: ho forti dubbi che si arrivi a una conclusione, quindi sono punti di una campagna elettorale più che di un’agenda di governo per il bene del Paese».

 

Che cosa contrapponete?

«Sbloccare i finanziamenti per le infrastrutture, investimenti green per creare lavoro e aprire i cantieri. Contrapponiamo il tema scomparso della scuola e del diritto alla salute. Sì, perché sono sicuro che il governo gialloverde taglierà proprio lì, provocando un massacro sociale contro il quale ci opporremo con tutte le forze».

 

Il Pd non ha presentato proposte sul suicidio assistito.

«Anche questa, come tutte le questioni etiche, ha una delicatezza che va oltre gli schieramenti. Mi auguro che il Parlamento ce la faccia a legiferare. E comunque il Pd è impegnato a trovare una sintesi nel rispetto delle diverse sensibilità».

 

Il Pd sembra in stand by, in attesa della costituente delle idee.

«Veramente il dibattito sulla costituente delle idee è partito in tutto il paese. Noi non ci facciamo i selfie in mutande, ma con questo processo vogliamo tenere il più grande dibattito popolare della storia del dopoguerra su dove vogliamo portare questo Paese. Ci sono già arrivati 7 mila contribuiti dalla piattaforma online e io sono convinto che il Pd, ridando credibilità all’opposizione, tornerà a vincere, perché siamo l’unica possibilità esistente in Italia. Ma per farlo dobbiamo essere seri e non seguire in maniera ossessiva i tweet di Salvini per rispondergli. Recuperiamo un’autonomia di pensiero e di visione e rimettiamo al centro la vera agenda che serve agli italiani».

 

Il suo ex vice in Regione, Smeriglio, dice che se il governo cadesse dovreste allearvi con i grillini.

«Io ho sempre detto che non c’è la prospettiva di un governo con i 5 stelle. La novità è un’altra: avevamo ragione noi che sostenevamo che il loro elettorato non è un blocco: è composito. Noi non abbiamo nessun interesse che si consolidi e quindi dobbiamo parlare anche a quell’elettorato che Di Maio ha portato in un vicolo cieco diventando subalterno a Salvini. Questo è quello che intendo fare, cambiando radicalmente atteggiamento rispetto a14 marzo: gli accordicchi invece non mi hanno mai interessato».

 

Nessuna autocritica per lo slittamento della mozione di sfiducia a Salvini?

«Mi dispiace che su questo tema ci siano state delle strumentalizzazioni anche interne al partito. La nostra posizione, concordata con i capigruppo, ha tenuto aperta la vicenda del Russiagate e ha fatto si che Conte smentisse Salvini, che gli desse del bugiardo, e che emergessero tutte le contraddizioni che sono poi emerse. Se invece avessimo presentato subito la mozione di sfiducia la vicenda si sarebbe chiusa in 48 ore senza mettere in difficoltà la maggioranza gialloverde. Ricordo che Di Maio qualche giorno fa disse: «Quando il Parlamento chiama bisogna andare». Prendo atto che anche su questo non è stato di parola. Comunque da domani raccoglieremo le firme per chiedere le dimissioni di Salvini, il ministro che spacca dal Parlamento».

 

La Costituente a novembre è un modo per prendere tempo?

«Sarei un pazzo se pensassi che si possa andare in vacanza fino a novembre. È vero proprio l’opposto. Bisogna stare lontani dai giochini politicisti del quotidiano e immergersi in un confronto vero con la società. È anche questo il senso del mio viaggio nelle fabbriche, nelle aziende del made in Italy, tra i giovani e i ricercatori. Per sconfiggere il populismo bisogna ricostruire speranze. Bisogna costruire società sostenibili e inclusive chiamando a raccolta l’Italia migliore. Il Pd sarà il partito della sostenibilità, della scuola, del diritto alla salute. Di un nuovo modello di sviluppo per creare lavoro. Questo è l’obiettivo della «Costituente delle Idee»: ribelliamoci alla subalternità di costruire la nostra agenda sui tweet degli altri e coinvolgiamo milioni di persone per una visione all’altezza del grande Paese che siamo. Dove ci sta portando l’odio di Salvini o l’opportunismo di Di Maio lo stiamo vedendo. Costruiamo un altra via».

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