“Se il nostro ordinamento lo consentisse, credo che sarebbe molto importante far svolgere le elezioni nella Capitale dopo la fine del Giubileo. Anche per evidenti ragioni di ordine pubblico”.
Lo sottolinea in una intervista al Messaggero il capogruppo del Pd al Senato, Luigi Zanda, aggiungendo che “tenere la campagna elettorale per qualche mese in contemporanea al pellegrinaggio di milioni di visitatori esporrebbe Roma a pericoli molto seri. Se ci fossero ostacoli formali, vanno superati” perchè “il governo ha non l’interesse ma il dovere di tutelare la sicurezza” di romani e fedeli.
“Ho ho rispetto e stima, oltre che amicizia, nei confronti di Ignazio Marino – ha detto ancora Zanda -. E pertanto, sono certo che non farà bassi gesti di vendetta. Se li facesse, la mia stima cesserebbe”. Gli riconosce “il merito di avere introdotto, nel Campidoglio post-Alemanno, onestà , trasparenza e rispetto delle regole” e ha impostato “con rigore” il bilancio. Ma, prosegue, “in questi anni, non è stato dato alla città un orizzonte chiaro su quali fossero le soluzioni per risolvere problemi storici di Roma” e “si è manifestata una disaffezione dei romani nei confronti del sindaco. Quello dei pranzi e delle cene è un episodio importante, dovuto alla leggerezza: non so se di Marino o dei suoi collaboratori”.
A una domanda sulle primarie, Zanda ha risposto: “Non è importante questo. L’importante sarà quando verrà il momento opportuno che non è adesso, trovare il nome giusto”.