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Zanda: “Padoan è un politico pienamente legittimato”

“Non ho mai usato l’espressione ‘ministro tecnico’”, perchè “quando si è eletti in Parlamento o si giura come membri del governo, quale che sia la nostra professione di origine, da quel momento si diventa personalità politiche”. Lo dice in un’intervista al Corriere della Sera Luigi Zanda, capogruppo del Partito democratico a Palazzo Madama.

Padoan, aggiunge Zanda, “indica obiettivi generali che credo nessuno possa disconoscere. La prima necessità è di evitare sanzioni europee, senza dimenticare che abbiamo spazi di manovra estremamente ridotti e certe necessità di spesa pubblica senza dimenticare che abbiamo spazi di manovra estremamente ridotti e certe necessità di spesa pubblica. Tutti condividiamo l’obiettivo di sostenere una ripresa che non si sarebbe avuta, senza l’azione del governo di Matteo Renzi“.

Continua Zanda: “Le misure concrete che proporranno Padoan e il governo le discuteremo quando ci saranno. Ora abbiamo davanti a noi la manovra correttiva, il Def e la prossima legge di Stabilità”.

Sulla continuità della legislatura, Zanda afferma: “C’è stata una fase in cui alcuni, anche con argomenti seri, volevano votare presto. Ora mi pare sia passata, vedo una vasta condivisione dell’ipotesi di elezioni a scadenza naturale. Ma per arrivarci ci vogliono le condizioni politiche, dobbiamo evitare incidenti parlamentari. Fatti come il voto in commissione Affari costituzionali non aiutano”.

“Invece di essere un voto di coscienza, il voto segreto diventa sempre più un voto di manovra politica. In questo caso i senatori di gruppi avversari come M5S e Forza Italia, che in Aula e a voto palese litigano e si insultano, a voto segreto vanno nella stessa direzione. E’ una degenerazione del voto segreto”.

Sulle primarie del Pd: “Voterò Renzi. Per molte ragioni, ma una supera le altre: penso che l’Italia pubblica e delle istituzioni abbia uno straordinario bisogno di stabilità. Anche nei partiti, oltre che nel governo o in Parlamento. La stabilità vale più di qualche punto di Pil. E le cancellerie internazionali considerano affidabile un Paese a seconda se è più o meno stabile”, conclude Zanda.

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