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Zanda: In un partito come il nostro quando cambia il segretario è prassi che i due capigruppo offrano le loro dimissioni

“Bene Letta che ascolta, ma poi decide senza farsi condizionare. Benservito non è la parola giusta. In un partito come il nostro quando cambia il segretario è prassi che i due capigruppo gli offrano immediatamente le loro dimissioni. Lo facemmo a suo tempo sia Roberto Speranza alla Camera che io al Senato. Immagino lo abbiano fatto anche Delrio e Marcucci”.

 

Così in un’intervista a La Repubblica Luigi Zanda, ex capogruppo, ex tesoriere e senatore dem.

 

“A me sembra che Letta stia esercitando le funzioni di segretario eletto all’unanimità due settimane fa dall’Assemblea. Il Pd non sarà più il partito del leader. Ma tra il partito del leader e il partito con un segretario che nelle decisioni importanti non conta nulla, c’è il segretario che esercita pienamente le sue funzioni“.

 

“La formazione del nuovo governo Draghi e le dimissioni di Zingaretti hanno creato una situazione molto difficile per il Pd. Sono certo che i deputati e i senatori abbiano piena consapevolezza della delicatezza del nostro momento tanto da non volere indebolire ulteriormente il partito con rese dei conti che gli elettori non capirebbero”.

 

“Il Pd conosce due tipi di mal di pancia: quello di chi si lamenta perché il segretario decide poco e di chi invece si lamenta perché decide troppo. Spesso i due mal di pancia riguardano lo stesso segretario”, spiega Zanda.

 

Il neosegretario ha posto una questione centrale per il Pd. Tanto è vero che proprio sul tema delle donne escluse dal governo è iniziata la fase che ha portato alle dimissioni di Zingaretti. Noi Dem abbiamo un buon numero di deputate e di senatrici, ma nessuna ministra, nessuna presidente di Regione e mai avuta una segretaria del partito donna. C’è un problema che riguarda l’identità del Pd. Si dovrebbero creare le condizioni per una maggiore partecipazione delle donne alla lotta politica interna, l’unico mezzo per affermarsi nella democrazia di un partito. In questo contesto ben venga l’invito di Letta ad eleggere due donne alla guida dei gruppi parlamentari”.

 

Un partito pluralista come il Pd avrà sempre la necessità al suo interno di gruppi politici organizzati, di correnti, di aree di opinione. È inevitabile. La questione è “come” le correnti si muovono: se sono portatrici di idee e proposte sono utili, se sono delle scale per fare carriera, diventano subito dannose”, conclude Zanda.

 

 

 

Intervista completa su La Repubblica

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