«Di Maio accusa gli altri di volere le poltrone, ma il poltronista casomai è lui». Luigi Zanda, il tesoriere dem, contrattacca.
Zanda, i 5Stelle passano da un ultimatum all’altro. Il Pd fino a quando avrà pazienza?
«I 5Stelle e il Pd sono molto diversi, direi che sono alternativi. Se oggi è diventato possibile immaginare un governo insieme, è solo perché bisogna difendere l’Italia dall’attacco alla democrazia parlamentare tentato da Salvini e poi perché la nostra condizione economica e sociale è così grave da rendere molto pericoloso rimanere senza governo. Ma fare un governo con i 5Stelle è una impresa difficile e rischiosa. L’ultima uscita di Di Maio rende la scalata per il nuovo esecutivo proibitiva. E si sa che, di proibitivo in proibitivo, le cose possono diventare impossibili. Vogliamo ricominciare con la chiusura dei porti? Con le visite ai gilet gialli? Con la pseudo legittima difesa? Con gli insulti all’Europa e ai magistrati? Con la chiusura di Radio radicale?».
Con Di Maio è un problema accordarsi?
«Di Maio ha rivendicato l’attività del suo governo con Salvini. Questa posizione può fare pensare che i suoi rapporti con la Lega non siano chiusi per sempre. D’altra parte, se proprio vogliamo parlare di poltrone, c’è una ripetuta sottolineatura dell’offerta avuta da Salvini di fare il presidente del Consiglio».
Il leader grillino alza la posta per fare saltare tutto?
«Di Maio non lo capisco. Parla spesso degli altri accusandoli di essere poltronisti. Ma nell’ultimo governo ne occupava tre di poltrone: due ministeri e quella di vice premier. In più era il capo politico del Movimento. Significa che le sue poltrone erano quattro. In fatto di poltrone non scherza».
Pensa sempre che un governo sia necessario?
«Un governo serve all’Italia, ma non a qualsiasi costo. Serve un governo solido negli obiettivi condivisi e nella qualità dei suoi componenti».
Ma i programmi sono così distanti?
«L’intesa sul programma deve essere verificata ancora, nonostante le nostre insistenze, è stata rallentata anche dall’iniziale richiesta di Di Maio della vice presidenza del Consiglio e del ministero dell’Interno».
Decreti sicurezza: per il capo dei grillini non vanno cambiati.
«Gli inumani e incostituzionali decreti sicurezza vanno abrogati. Se la parola dà fastidio, allora diciamo che vanno radicalmente riscritti. Sulle politiche migratorie è chiaro che dobbiamo fare la guerra ai trafficanti, gestire i flussi, responsabilizzare la Ue. Ma basta con i porti chiusi e un Mediterraneo cimitero di migranti. Trovo molto irritante che durante la trattativa per la formazione del nuovo governo i ministri Toninelli e Trenta abbiano controfirmato, evidentemente condividendolo, il decreto che sta tenendo da giorni e giorni in alto mare una nave piena di migranti, a cui è vietato avvicinarsi a Lampedusa».
Ha fiducia nel premier Conte?
«Il premier di un governo di coalizione deve essere necessariamente equidistante tra tutti i partiti che lo sostengono, deve garantirli tutti. Se non lo fa il governo è destinato a cadere. Ciò non vuol dire che il premier non appartenga a un partito. La storia del rapporto del professor Conte con la politica lo indica come un rappresentante dei 5Stelle: è stato eletto al Consiglio di Stato su indicazione e con i voti dei 5Stelle e indicato dai grillini per il Conte l e ora per il Conte 2 e Casalino è un suo stretto collaboratore».