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Zampa: “Proteggere le donne che denunciano”

Si interroga sul «senso di comunità che è venuto a mancare», Sandra Zampa, già sottosegretaria al ministero della Salute, oggi candidata come capolista al Senato, in Emilia Romagna, nel collegio 2 con il Partito democratico.

 

I fatti di Piacenza e Bologna, con la violenza ai danni delle donne e il dibattito che si è aperto sui temi della devianza, chiamano in causa «il rispetto dell’umanità e della dignità della persona, una pre-condizione del fare politica». Sul crinale tra due legislature, Zampa fa anche un bilancio di questi armi di pandemia, individuando alcune sfide centrali soprattutto per la sanità.

Quando una donna trova il coraggio di denunciare, va subito messa in sicurezza. Non può accadere che una persona torni sotto casa per uccidere. Chi è stato denunciato per stalking e ha avuto una diffida, non può ripresentarsi senza che non succeda nulla”.

“Gli uomini che odiano le donne vanno individuati per tempo, presi in carico e curati. Provvedimenti come il cosiddetto “telefono rosso” o gli allontanamenti non sono più sufficienti“.

Ciascun cittadino ricordi che si può fare sempre qualcosa per qualcuno, se lo si vede in pericolo. Invece si finisce per filmare fatti gravi, senza interrogarsi su che ne sarà della vittima. Siamo a livelli di sciacallaggio incredibili, se si finisce per condividere video come ha fatto Giorgia Meloni…”

“Il termine devianza, quando si riferisce a soggetti fragili come adolescenti, giovanissimi o stranieri, è inappropriato. La devianza è sofferenza e va raccolta, compresa. Quando parliamo di minori, lo dico con cognizione di causa, non possiamo pensare a percorsi di crescita predefiniti, come si trattasse di una linea dritta che porta a una realizzazione certa di ciò che si immagina. Dobbiamo accettare malessere, disagio, sofferenza. Non sono malformazioni da correggere, ma problemi di cui prendersi cura. Altrimenti, la nostra società resterà quella del grande distanziamento, che abbiamo visto in questi anni”.

 

Qual è il suo bilancio della stagione del Covid? Quali le prospettive?
Il compito che avremo davanti è innanzitutto quello di non arretrare rispetto
alla certezza che la salute è centrale per il futuro del Paese. Il traguardo a questo punto è impiegare fino al 7% del Pil in salute, portando l’Italia vicino ai livelli di cura dei principali Paesi europei.

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