“Il Governo Meloni e il ministro Valditara non perdono occasione per fare propaganda ideologica e spargere odio sociale, persino quando, come oggi, il ministro all’istruzione è invitato ad intervenire sul tema del femminicidio dalla Fondazione dedicata a Giulia Cecchettin”. Lo scrive in una nota Roberta Mori, portavoce della Conferenza nazionale delle Donne Democratiche.
“Ci colpisce – sottolinea Mori – l’arroganza di non interrogarsi mai e continuare a negare che persista una cultura patriarcale in una società che dall’uccisione di Giulia piange già altre 96 vittime della violenza maschile. E ci colpisce che anche in contesti così delicati e drammatici si prendano di mira gli immigrati stranieri, attribuendo a loro la recrudescenza degli abusi e delle violenze sulle donne, quando basterebbe leggere i rapporti anche ministeriali per sapere che il femminicidio e il sopruso maschile parla in grandissima parte la nostra lingua. Fino a quando uomini e donne di governo non si decideranno a guardare in faccia la realtà, non faremo un solo passo avanti nella prevenzione culturale e sociale della violenza contro le donne. E tutto ciò è grave e sconfortante”.
La cronaca di quanto successo, l’aveva riportata, con lo sconcerto del caso, sul suo profilo Facebook Gianni Cuperlo:
“Stamane alla Camera nella solennità della Sala della Regina.
Si tiene la presentazione della Fondazione intitolata a Giulia Cecchettin.
Ad aprire l’incontro il vice presidente della Camera, Giorgio Mulè: legge un breve intervento, racconta di quella vita rubata e la restituisce nella sua umanità.
Va ringraziato.
Parla la ministra Roccella, rivendica forse più di quanto fatto realmente, ma anche nel suo caso con equilibrio e rispetto.
Parla Gino Cecchettin.
Lo fa con emozione, oggi ricorre un anno esatto da quando seppe che Giulia non sarebbe più tornata.
Descrive l’anno trascorso, i sentimenti vissuti, il peso insopportabile del dolore e la decisione di rovesciarlo nella lotta che affronta.
Cita l’udienza, nomina “Filippo”, trasmette una forza e potenza d’animo che lascia turbati per la grandezza.
La sala si leva in piedi e lo abbraccia.
Prima di lui, aveva parlato con un video registrato il ministro dell’Istruzione e del merito, Valditara.
Esibisce al bavero della giacca il simbolo del suo partito.
Parla e attacca il pericolo dei migranti (in quella sede, in quella cornice, dinanzi a quella sofferenza immensa).
Nella sala un silenzio doveroso, ma misto all’imbarazzo di parole completamente fuori sincrono con l’importanza della giornata.
Forse verso chi è chiamato a svolgere compiti superiori alle sue capacità, la sola reazione è un sentimento di umana commiserazione”.