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Violante: “Attenti ai segnali di violenza razzista che si moltiplicano in tutta Europa”

E giusto manifestare, ma solo per difendere in modo sobrio e autorevole il valore costituzionale dell’uguaglianza; non “contro” qualcuno o qualcosa». Luciano Violante, parla da giurista e – ex presidente della Camera – da uomo delle istituzioni. Ma anche da esponente della sinistra.
«Principio costituzionale di eguaglianza e discriminazione razzista non sono parificabili. Si dimentica, tra l’altro, che l’accoglienza e la prevenzione della violenza, con tutti i problemi che non possono essere ignorati, in Italia hanno funzionato meglio che altrove».

Il sindaco però aveva chiesto di non manifestare, e l’Anpi non ha aderito, alla fine.
È difficile fare delle valutazioni obiettive fuori dal contesto della città. Ma una manifestazione concordata, ripeto sobria e autorevole, deve dimostrare una non indifferenza ai valori della Costituzione e della Repubblica.

Si è parlato di fascismo…
Non siamo all’anticamera di un nuovo fascismo. Ma non si deve restare neutrali di fronte a segnali di violenza razzista che si moltiplicano in tutta Europa e anche in Italia. Nel 1923 Giulio De Benedetti pubblicò sulla Gazzetta del Popolo un’intervista ad Adolf Hitler. Dopo il dittatore tedesco aveva annunciato il suo programma: “Lotta senza quartiere ai socialisti e agli ebrei. Distruzione di ogni idea internazionale”, De Benedetti non troppo convinto scrisse: «Non mi pare un dittatore troppo pericoloso». Dieci anni dopo Hitler prendeva il potere e si apriva il lager di Dachau. Occorre guardare ai fatti con gli occhi della storia. Quel che è stato fatto a quella ragazza è terribile e andrà severamente punito, ma quelle sei persone non c’entravano niente. I problemi posti dalla immigrazione non sono solo nostri. In Francia, ad esempio, ci sono scontri quasi quotidiani nel Nord.

Anzi, in Italia non erano finora accaduti episodi gravi di intolleranza o terrorismo.
Con tutte le difficoltà, c’è stato un governo civile e politico dell’immigrazione migliore che altrove. Penso al lavoro svolto da Minniti, ma anche alle enormi energie messe in campo dalla Chiesa. Il messaggio che ha mandato il Papa («accogliere finché è possibile») ha chiarito inoltre che non è corretto illudere gli immigrati. Ma non è possibile nemmeno un approccio irrealistico di segno contrario.

Tipo l’espulsione in blocco di 600mila immigrati…
Bisognerebbe chiarire dove li si manda, visto che di molti di loro non si conosce la nazionalità. Si tratta di uno slogan, certamente efficace anche all’interno della destra, ma non è un programma.

Più che “Guelfi e Ghibellini”, lo scontro evoca il sistema proporzionale: Pd contro LeU, Fi contro la Lega, la Lega scavalcata da Casapound…
Serve cultura di governo da parte di tutti, nel solco della Costituzione. È probabile che dal 5 marzo molte delle parole che hanno infiammato gli animi in questi giorni di campagna elettorale saranno dimenticate.

È curioso che in questo clima di scontro gli italiani con share da record promuovono il messaggio rassicurante di Sanremo.
Il Festival è una macchina di intrattenimento che funziona bene. Ma ci sono anche milioni di spettatori che seguono Alberto Angela. Dovremmo valutare di più le nostre qualità e liberarci dal complesso dell’autodenigrazione che produce deresponsabilizzazione: se tutto va male – ci si chiede – perché impegnarsi? Non è vero che tutto va male. Segnali importanti descrivono tutt’altro. Ripresa economica, crescita del turismo, sete di cultura, di conoscenza, di dialogo; maggiore sicurezza in Italia che in molti altri paesi europei.

La Chiesa di Macerata per la stessa giornata di sabato invitava alla riflessione e alla preghiera, più che alle manifestazioni contrapposte.
Sull’educazione la Chiesa svolge un ruolo fondamentale. Ma anche una manifestazione che difenda i valori della Costituzione, senza alimentare lo scontro, può essere importante.

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