“In palio c’è l’Italia, non il governo”. Così in un’intervista all’Unità Luciano Violante, convinto sostenitore del Sì, il quale suggerisce al Pd di non arrivare all’appuntamento d’autunno spaccato. Quanto all’Italicum è convinto che si possa e si debba rivedere, ma dopo il referendum, quando sarà chiaro quale sarà l’assetto costituzionale.
In merito alla posizione di Bersani, Violante afferma che l’ex segretario “Pone un tema reale che condivido e trovo positiva la disponibilità del Presidente del Consiglio. È peraltro evidente che la riforma si potrà fare solo dopo l’esito del referendum, quando sarà riformato o confermato l’assetto costituzionale. Le leggi elettorali stabiliscono come si eleggono i parlamentari che dovranno gestire le funzioni previste dalla Costituzione; in caso di vittoria del No, non auspicabile, le funzioni restano le stesse serve un certo tipo di legge elettorale; in caso di vittoria del SI, le funzioni cambiano e occorre una diversa legge elettorale”.
La minoranza è rimasta delusa dall’intervento del segretario alla Festa dell’Unità di Catania. Renzi avrebbe dovuto impegnare il Pd a lavorare attorno a una nuova proposta? “Sarebbe utile che il Presidente del Consiglio chiedesse ai presidenti dei gruppi di maggioranza di prendere contatto con gli altri presidenti di gruppo e con i comitati del Sì e del No per acquisire disponibilità e proposte sulla riforma della legge elettorale. È necessario ora andare oltre le semplici dichiarazioni, che peraltro, ribadisco, sono state importanti”.
Per Violante, “Un partito democratico discute, e si divide ma poi deve trovare un punto di unità e, ripeto, di rispetto che è fondamentale per la sopravvivenza di una comunità politica”.