“Il sindaco Raggi ora chiede una verifica sugli atti dell’uomo di sua esclusiva fiducia, Raffaele Marra.
Una mossa disperata che non cancellerà, nè coprirà mai, l’assoluta responsabilità della Raggi e di Di Maio, peraltro scomparso da qualche giorno, in questa vicenda. Oltretutto, emerge un conflitto di interessi familistico incredibile”.
Lo afferma Andrea Romano, deputato del PD. “Una situazione assurda creata all’insegna della più totale opacità proprio dalla Raggi e da Di Maio che a più riprese si sono coperti le spalle e hanno coperto certi personaggi – aggiunge -. Capiremo meglio dalle indagini se, tra le tante cose, abbiamo a che fare anche con una nuova ‘parentopoli’ questa volta in miniatura, quella dei fratelli Marra. Certo, più che il Raggi Ter questo è sempre più un Alemanno bis”.
Fa e disfa. Una novella Penelope…#raggiri https://t.co/QOc4IUguCx
— Lorenza Bonaccorsi (@lorenzabo) December 20, 2016
“E’ notizia di stamattina che il sindaco di Roma Virginia Raggi ha chiesto un controllo degli atti firmati da Raffaele Marra. Peccato che la verifica sara’ ‘interna’ e allora viene da pensare che non sarà così imparziale come ci si aspetterebbe. Ma davvero Virginia Raggi pensa di cavarsela così?
I cittadini romani che l’hanno eletta a giugno non meritavano tutto questo: omissioni, faide interne, promozioni a pioggia nella famiglia di Marra, dimissioni di mezza giunta e soprattutto nomine illecite. La verita’ e’ che dopo sei mesi non c’e’ ancora un capo di gabinetto e la citta’ e’ allo sbando. Trasparenza e onesta’ sono un vago ricordo: ormai restano solo le cronache quotidiane e il solito assordante e imbarazzante silenzio di Di Maio”. Lo afferma la senatrice Giuseppina Maturani, vicepresidente del Gruppo PD al Senato.
“La rediviva sindaca di Roma Virginia Raggi chiede la verifica degli atti firmati da Raffaele Marra, meglio tardi che mai, verrebbe da dire, ma chi la farà? Il fratello dirigente promosso da Marra? O la sorella funzionaria? Magari la stessa Raggi che tanto ha difeso l’ex vice capo di Gabinetto poi messo a capo del Personale permettendogli di utilizzare il suo ruolo per ‘affari’ di famiglia?”.
E’ quanto scrive il senatore del Partito democratico Stefano Esposito. “L’unica certezza, il dato incontestabile, – aggiunge – e’ che da sei mesi in Campidoglio si litiga su incarichi e poltrone, emergono illeciti e sospetti inquietanti e si commettono irregolarità ed errori amministrativi da dilettanti allo sbaraglio, quando non si tratta di malafede come nel caso di Marra e Muraro. E la città, senza guida, continua la sua triste agonia”.