Walter Veltroni, il voto di domenica ha spazzato via il bipolarismo francese, i candidati dei due partiti cardine della Quinta Repubblica restano esclusi dal ballottaggio. Per i socialisti e per la socialdemocrazia europea è una crisi mortale?
«La crisi della sinistra storica in Europa è un fatto molto profondo, di cui si ha traccia evidente in Inghilterra, in Spagna, nei paesi del Nord Europa. Credo purtroppo sia qualcosa di più di un incidente di percorso, non siamo di fronte solo a un insuccesso bruciante come fu il caso di Rocard o di Jospin».
Da cosa dipende questo avvitamento?
«Rimanda alla perdita di capacità della sinistra di lettura della crisi nella quale siamo immersi a partire dal 1989».
Ma almeno c’è una battuta d’arresto per il populismo antieuropeo, di destra e di sinistra: Le Pen probabilmente sarà sconfitta tra due settimane e Mélenchon è già fuori…
«Eviterei i trionfalismi che sento in queste ore. Perché se facciamo la somma dei voti anti-europei siamo a circa 16 milioni, oltre il 40 per cento dell’elettorato. Sarei un po’ più cauto sulla crisi dell’antieuropeismo e del populismo di varia natura, attenti a non sottovalutare la dimensione della rottura che si è determinata».
L’affermazione di Macron può essere letta come un rilancio dell’ideale europeo o è un’illusione ottica?
«Me lo auguro, ma il voto a Macron va interpretato bene: è stato un voto utile per fermare Le Pen, ma dentro contiene diverse spinte e diverse culture. L’Europa a questo punto ha la necessità assoluta di darsi obiettivi concreti. O riesce a fare un salto di dimensione analoga a quello che fu fatto con la moneta unica o con Schengen il ministro dell’Economia unico, come propone Macron, l’elezione diretta del presidente della Commissione, come hanno proposto altri, un salto avanti visibile sulle politiche sociali oppure questa frattura che si è determinata difficilmente sarà saldata».
È questa l’unica strada per battere i populisti?
«L’analisi compiuta del voto francese, come di quello americano, dimostra che giovani, poveri, classe operaia, tendono a votare per posizioni come quelle di Trump e Le Pen. Quindi se si vuole sconfiggere il populismo bisogna recuperare un rapporto con il popolo. Non lo si sconfigge con alchimiepolitiche, con confusioni tra partiti diversi. in corso. Servono maggiore equità sociale, una redistribuzione delle ricchezze, una capacità di lotta alla povertà. E’ questo l’antidoto.
Continua a leggere su La Stampa cartacea.