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Usa-Europa un rapporto tutto da ricostruire

“Siamo innanzi a uno degli eventi più sconvolgenti della storia della democrazia europea e americana, direi uno degli eventi più sconvolgenti della storia del suffragio universale, che non è sempre stata una storia lineare e di avanzamento, datanti punti di vista, delle nostre società e dei nostri Stati.
Qualche volta l`esito di votazioni a suffragio universale è stato anche foriero di gravissime conseguenze negative per il mondo. Non dobbiamo sottovalutare tutto questo, nel momento in cui il neo-eletto, o il neo quasi-eletto Presidente degli Stati Uniti d`America usa toni e anche concetti diversi da quelli che ha usato in campagna elettorale.

 

Questo forse va detto perché quante volte magari anche da quello stesso ambiente, che poi si è identificato con Trump, è venuta la critica a quanti hanno vinto le elezioni facendo certi discorsi e poi hanno condotto politiche diverse da quelle che avevano prospettato agli elettori. Questo può avvenire, io dico, oggi a fin di bene per la cooperazione internazionale, per la pace e anche per là riaffermazione di valori che non possono considerarsi travolti o distrutti dal successo elettorale di Trump.
Quindi le preoccupazioni rimangono, e anche e soprattutto rimane l`imperativo della riflessione su questo risultato.
Non è il caso di fare una ricostruzione degli elementi di superficialità o anche di ottimismo a tutti costi che hanno fatto sottovalutare la
possibilità che Trump vincesse, possibilità per alcuni impensabile.

 

Ma, ecco, non si può in momenti di prova simili, considerare nulla
impensabile. In generale, c`è un tale sconvolgimento di precedenti, di tradizioni, di legami storici, per esempio tra grandi parti dell`elettorato americano e la vecchia dialettica democratici/repubblicani (che è anche stata molto una dialettica di collaborazione, una dialettica bipartisan) che dire «ma tutto questo non può, portare alla vittoria di Trump», è stato un grave errore, una grave debolezza. E quindi rispetto alle parole che sembrano oggi indicare in Trump, appena eletto anche se non ancora ufficialmente, una consapevolezza delle responsabilità che ora ricadono sulle sue spalle, c`è da augurarsi che questa consapevolezza sia effettiva.

 

Che le parole di notevole misura, di moderazione, anche riguardo ai rapporti internazionali e soprattutto di unità, guardando al popolo americano, siano seguite dai fatti. E ciò deve essere naturalmente
anche l`impegno di chi è stato battuto, del partito democratico e degli eletti democratici.

 

Per quel che riguarda l`Europa, essa ha già oggi dei problemi nel rapporto con gli Stati Uniti. La stessa crisi del 2008 ha aperto dei fronti anche di divergente orientamento e comportamento tra Europa e America sù come reagire alla crisi che, non dimentichiamolo, nacque negli Stati Uniti.
Ma negarne storico tra le due sponde dell`Atlantico non è scomparso stanotte, al momento dello scrutinio dei voti per l`elezione del Presidente Usa, e non scomparirà. Deve essere naturalmente ripensato, deve essere seriamente rivisitato, ma noi abbiamo – o meglio dovremmo
avere, con maggiore unità e coesione – i nostri comuni valori storici anche nel prossimo futuro, sapendo che forse a noi europei tocca fare una parte più grande nell`affermare quei valori, appunto, di democrazia liberale e di democrazia aperta al rinnovamento della società.

 

 

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