“La diffusione dei diritti umani fondamentali non costituisce l’effetto di una pretesa colonialistica del mondo occidentale, ma piuttosto il portato più significativo di un vasto movimento culturale e sociale, di dimensioni internazionali, che dimostra la possibile condivisione di princìpi universali. In questo contesto il ruolo dei Parlamenti continua ad essere centrale, poiché concorre a creare una sinergia positiva con gli esecutivi, stimolandone l’azione, aprendosi alle domande che salgono dalla società civile e valorizzandone le diversità sulle grandi sfide del nostro tempo: dall’ambiente all’accesso alle risorse idriche, dal mantenimento della biodiversità ad una più equa ripartizione della ricchezza tra il Nord ed il Sud del pianeta. La grande sfida dei Parlamenti del XXI secolo – del vecchio Continente come dell’America latina – è quella di rispondere efficacemente a queste nuove istanze di partecipazione orientando le tumultuose trasformazioni sociali indotte dalle globalizzazione nella direzione di una convivenza più solidale, più giusta e più democratica”.
Così la vice presidente della Camera, Marina Sereni, aprendo a Montecitorio la prima sessione del Primo Forum parlamentare Italia-America Larina e Caraibi dal titolo: “Il ruolo dei parlamenti nella tutela della promozione dei diritti fondamentali e nella lotta alle diseguaglianze”
“Attraverso l’impegno politico di una nuova generazione di donne e di uomini, legittimato dal confronto elettorale e sorretto da una forte mobilitazione sociale – ha continuato – le democrazie si stanno misurando con la sfida cruciale del nostro tempo: il rapporto tra la povertà di molti e la ricchezza di pochi, la necessità di costruire una società dell’inclusione e di contrastare quella “cultura dello scarto” che non a caso si pone al centro del magistero di Papa Francesco, che venuto “quasi della fine del mondo”, si presenta sempre più – lo abbiamo visto in occasione del suo viaggio apostolico americano – come una delle poche guide morali del pianeta. Per rispondere alla crisi di rappresentatività che ha investito le istituzioni parlamentari non possiamo che adoperarci per innovare, per fare riforme che valorizzino la dimensione partecipativa e, al tempo stesso, rendano la democrazia più efficace, efficiente, trasparente”.
“I fenomeni globali sono rapidi e non si fermano ai confini degli stati nazionali – ha concluso – La decisione politica e la democrazia rappresentativa debbono misurarsi dunque con sfide inedite. Siamo chiamati a dare un segnale di speranza sulle capacità della democrazia di rigenerarsi continuamente, se è vero, come ha scritto il grande Pablo Neruda, che ‘la speranza ha due bellissimi figli: lo sdegno e il coraggio. Lo sdegno per la realtà delle cose; il coraggio per cambiarle’”.