“Orbàn ha riscritto la Costituzione per vietare i Pride, negare l’identità delle persone trans e schedare i manifestanti. Una persecuzione aperta contro le persone LGBTQIA+, i cui diritti vengono cancellati per legge, colpite nel diritto di esistere. Non è solo una stretta autoritaria: è un attacco frontale all’idea stessa di Europa, ai diritti umani, alla democrazia. Questo è il modello di Giorgia Meloni e Matteo Salvini, che hanno scelto Orbàn come loro alleato politico privilegiato: l’Europa dei muri, dell’odio e del controllo. L’Unione Europea non può più esprimere solo preoccupazione. È il momento che la Commissione intervenga con determinazione”. Così Alessandro Zan, europarlamentare e responsabile Diritti nella segreteria del Partito Democratico, alla notizia dell’introduzione in Costituzione dell’emendamento che vieta le manifestazioni LGBTQIA+, e introduce il binarismo di genere in Costituzione: ammessi solo il genere maschile e quello femminile, negando l’esistenza, e l’identità delle persone transgendere.
Presentata dal partito di estrema destra da Fidesz, il partito del primo ministro Viktor Orban, la norma è stata approvata dal Parlamento con 140 voti a favore e 21 contrari. Viene consentito dalla legge l’utilizzo, da parte della autorità, di strumenti di riconoscimento facciale per identificare le persone che partecipano a eventi vietati, come il Pride, passibili di sanzioni pecuniarie fino a 200.000 fiorini ungheresi (più di 500 euro).