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‘Un’Europa da difendere insieme’

‘Un’Europa da difendere insieme’ è il titolo del dibattito alla Festa Nazionale de l’Unità a Catania, con Roberta Pinotti, ministro della Difesa, Sandro Gozi, sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei Ministri, con delega agli Affari Europei e David Sassoli, vicepresidente del Parlamento europeo. Modera il dibattito Paolo Valentino.

 

E’ possibile oggi avere delle visioni in Europa o bisogna mettere da parte i grandi disegni? Pinotti risponde che “per fare un passo dopo l’altro bisogna sapere dove andare. Rispetto al tema dell’Europa nel disegno originario di Alfiero Spinelli c’era una visione ma anche cose molto concrete e noi dobbiamo muoverci sulla stessa linea. Dopo Brexit si riapre il cantiere e possiamo farlo guardando ad una prospettiva di integrazione vera e più profonda. Nella riunione che ci sarà a metà settembre di Bratislava si parlerà di immigrazione e delle proposte concrete e di contenuto su come affrontarle e queste proposte saranno molto più forti dei populismi. Inoltre se in quell’ambito chiederemo una condivisione di vedute per la lotta al terrorismo questo sarà possibile guardando l’orizzonte e facendo un passo dopo l’altro in Europa. L’Europa deve assumere decisioni all’altezza della propria storia.

 

Visione o pragmatismo? Gozi ha risposto che “in Europa in particolare non si deve contrapporre pragmatismo ed Europa. Questo è stato l’errore, non dare un modello alternativo ai populismi. Le due ipotesi devono stare insieme. Bratislava sarà il vertice delle prime risposte dopo Brexit. Bisogna proporre un progetto di Europa diverso che corrisponda alle esigenze dei cittadini. Il legame tra politica europea e cittadini deve essere preminente. Proprio la mancanza di visione dell’Europa è quello che è mancato. Ci si è resi conto che non c’è l’Europa della crescita né dell’immigrazione, né della lotta al terrorismo. Quindi dobbiamo lavorare insieme per fare una UE più corrispondente alle attese degli europei”.

 

Sassoli afferma che “gli obiettivi devono essere a lungo termine, bisogna essere portatori di una visione, ma Smith fu il vero nemico di uno scarto di emancipazione del sistema politico italiano. Per l’Europa dobbiamo avere bene in mente una visione e auspicare che le prossime generazioni vedranno una politica europea diversa, magari gli Stati Uniti di Europa. Come governare la modernità è la sfida che ci si prospetta. Spesso le sfide sono le stesse: terrorismo, crisi economica, spesso non si mette in risalto quello che siamo e quello che vogliamo. Siamo dentro un sistema di valori che devono essere a disposizione della crescita di tutti. Le condizioni di vita di milioni di persone che vivono nell’indigenza sono anche nostra responsabilità: dal colonialismo allo sfruttamento. La sfida per cui vale la pena essere progressisti è cambiare la mentalità delle persone.

 

Cosa si può fare insieme nel breve periodo per la sicurezza? Pinotti risponde che “nessun singolo Stato può affrontare da solo queste problematiche. La Sicilia sta dimostrando una capacità straordinaria nella gestione dell’emergenza immigrazione, ma non il fenomeno complessivo che va gestito in Europa. Come può lo Stato italiano interloquire con i singoli Stati dai quali arrivano i migranti? I cittadini sono interessati al fatto che le strutture di prevenzioni siano funzionanti. Saremmo tutti più sicuri se si decidesse come condividere l’Europa. Durante il semestre europeo di presidenza italiana ho fatto una proposta: perché non facciamo una flotta europea? Questo meccanismo Si potrebbe riprodurre per moltissimi altri assetti per avere gli strumenti ed agire tempestivamente. Oggi c’è una missione militare europea Shopia dove collaborano tutti, anche l’Inghilterra. Sono convinta che mettendo insieme fatti concreti si arrivi ad un lavoro comune. Attualmente il momento è importante, non dobbiamo farci scappare l’occasione di contribuire. L’Italia è stata molto generosa”.

 

Gozi ha commentato che “lavorare in gruppi di Paesi è sicuramente una via. La Brexit non è ancora stata comunica ufficialmente e proprio il tema sicurezza e mercati interni ci pone il tema degli accordi. Anche il diritto alla sicurezza dovrebbe essere annoverato come uno dei diritti fondamentali”.

 

Perché l’Europa dopo tutto il suo passato da giornalista? Sassoli ha risposto “noi abbiamo bisogno di istituzioni europee che assomiglino ad una idea classica di democrazia e ad un certo punto ho capito che era un tema che mi appassionava. Questo è un campo di battaglia fondamentale. Bisogna mettere in campo sfide importanti al nazionalismo che sta riprendendo piede. Le spinte antieuropee sono tante e colpiscono al cuore l’Europa”.

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