Cos’era per Emanuele Macaluso il cambiamento: discutere e confrontarsi nella battaglia politica.
Lui come molti comunisti era convinto che le buone ragioni siano in grado di cambiare l’opinione della gente, persino degli avversari, come ripeteva spesso Paolo Bufalini, un suo importante compagno di strada.
Quando in Senato celebrammo i suoi 90 li raccontò come sapeva, di fronte al suo amico e compagno di sempre Giorgio Napolitano, su due passaggi la sua voce si incrinò, ricordando Pio La Torre e il bibliotecario della cellula clandestina del Pcd’I di Caltanissetta morto sotto i bombardamenti per recuperare i libri di quella piccola comunità .
Perché i fatti, come diceva, vanno letti come parte della storia ma poi una porzione di loro sfugge alla linea che usiamo per ricostruirla, sono i gesti grandi o piccoli che rendono imprevedibile e sorprendente l’agire umano e che dimostrano che c’è sempre uno spazio di opportunità che può essere colto per cambiare le cose.
Lui lo sapeva e di questo è stato innamorato e curioso sino all’ultimo.
Andrea Orlando, vicesegretario del PD
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