A Vienna un passo avanti sulla crisi siriana https://t.co/ZIe0Qvqn1R #Siria #SyriaTalks
— Paolo Gentiloni (@PaoloGentiloni) October 31, 2015
Ieri a Vienna si è fatto un passo avanti sulla crisi siriana, la più grave tragedia umanitaria dei nostri giorni. Solo un primo passo, certo. Ma il fatto che tutti gli attori regionali abbiano accettato di sedere allo stesso tavolo, e che l’incontro si sia concluso senza rotture e con una base minima di intesa è davvero una bella novità.
Merito innanzitutto dell’impegno americano, e del lavoro instancabile di John Kerry. Merito del ruolo costruttivo della Russia, della disponibilità di paesi su posizioni aspramente contrapposte di accettare almeno di discutere. L’Italia, assieme ad altri paesi europei, alla Ue e alla Cina, ha dato il suo contributo. La regia, e la responsabilità di sviluppare il processo nelle prossime settimane, sarà nelle mani di Staffan De Mistura, l’inviato dell’Onu al quale tutti hanno confermato sostegno e grande fiducia.
Ma in cosa consiste la novità? Le differenze sono rimaste, in particolare sul futuro di Assad. La novità è che tutti riconoscono che la soluzione non può venire dalle armi -che vanno usate contro il terrorismo- ma solo da una transizione politica e da un cessate il fuoco.
L’Italia sostiene da tempo che solo una transizione può portare all’uscita di scena di Assad senza creare un vuoto che verrebbe occupato dai terroristi. La riunione di Vienna ha aperto un primo spiraglio in questa direzione. Lavoreremo con i partner regionali e internazionali per non farlo richiudere.
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