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L’uccisione di Moro pesa sulla coscienza della Repubblica

“Sono passati 40 anni dall’uccisione di Aldo Moro per mano dei terroristi dalle Brigate Rosse. Un attacco diretto alle nostre istituzioni, colpite nella maniera più terribile, prima con la strage di via Fani e poi con l’uccisione del leader della Democrazia cristiana”: è quanto scrive il segretario reggente del Pd Maurizio Martina nell’anniversario dell’uccisione di Aldo Moro.

“Noi di fronte a quanto accaduto – continua – abbiamo un dovere: quello di ricordare e tramandare la memoria di quei giorni, il coraggio e la forza con cui Aldo Moro affrontò quella prova. La sua figura resta un modello di riferimento per tutti. Fu colpito l’uomo del dialogo, colui che, in quegli anni bui, stava cercando di portare la democrazia italiana ad una più solida maturazione. Si colpì, non a caso, il simbolo di questo percorso”.

“Il terrorismo cercò di interrompere questo processo con la violenza e il sangue, le istituzioni seppero fronteggiare questa minaccia facendo ricorso alla forza della democrazia. Un monito che non possiamo e dobbiamo mai dimenticare. Oggi – conclude – vogliamo ricordare l’uomo, il padre e lo statista”.

“Quaranta anni fa le Brigate Rosse lasciavano in via Caetani il cadavere di Aldo Moro. L’Italia rende omaggio alla memoria di un vero statista. La sua visione politica e culturale ha segnato il nostro Novecento. La sua uccisione pesa sulla coscienza della Repubblica“. Così il presidente del Consiglio Paolo Gentiloni ha ricordato in un tweet il quarantesimo anniversario dell’uccisione di Aldo Moro.

“Il 9 maggio per tutti gli italiani – scrive invece la sottosegretaria alla presidenza del Consiglio Maria Elena Boschi – è quello del 1978. Nello stesso giorno perdevamo Aldo Moro e Peppino Impastato per mano di due nemici dello Stato, le Brigate Rosse e la mafia. Due uomini e due storie molto diverse tra loro, ma che ancora oggi rappresentano il coraggio della lotta per la verità e la giustizia contro il terrore e la violenza.

Per questo, il 9 maggio è stato scelto per ricordare tutte le vittime del terrorismo e delle stragi. Hanno ucciso gli uomini ma non le loro idee.

“Datemi un milione di voti e toglietemi un atomo di verità e io sarò perdente”: ancora oggi, dopo 40 anni, Aldo Moro – conclude – continua ad insegnare con la forza del suo messaggio, soprattutto a chi è impegnato in politica”.

Questa mattina una delegazione del Partito Democratico, composta dal segretario reggente Maurizio Martina, dal coordinatore della segreteria Lorenzo Guerini, dai capigruppo di Senato e Camera, Andrea Marcucci e Graziano Delrio, dal vicepresidente della Camera Ettore Rosato e dalla vicepresidente del Senato Anna Rossomando, si è recata in via Caetani.

“Aldo Moro -scrive Lorenzo Guerini– il suo pensiero profondo e lungo, il suo sguardo lucido sulla realtà, il maestro particolarmente attento alle inquiete speranze dei giovani. La sua intensa umanità fino all’ultimo giorno. Un tesoro preziosissimo per ciascuno e per tutti. Oggi e domani”.

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