“In Italia abbiamo notoriamente un fisco sbilanciato che tassa troppo il lavoro e troppo poco le eredità. Di equità distributiva in uscita dalla pandemia stanno discutendo tutti i governi del mondo, a partire da quello americano. Letta ha fatto una proposta che vale la pena di essere discussa: ai partiti spettano le proposte, a Draghi spetterà la sintesi”.
Così Irene Tinagli, Vicesegretaria del PD, interviene sulla proposta di Letta per il ripristino della tassa di successione.
“Il discorso andrà approfondito dentro la riforma fiscale. Io ad esempio penso che una tassa di successione di quel tipo debba escludere i rami di azienda”.
La Vicesegretaria ha partecipato alla riunione dell’Eurogruppo dove si è appunto iniziato a discutere del ritorno al Patto di Stabilità e riferisce che “la sua sospensione è prevista fino alla fine del 2022 e occorre discutere sin da adesso di una sua riforma: investimenti enormi anche negli anni successivi; introdurre qualcosa che assomigli ad una regola aurea per lo scorporo di alcune tipologie di investimenti dal deficit”.
Aggiunge inoltre: “ho il timore che l’Europa e l’Italia si possano trovare di fronte contemporaneamente a politiche fiscali e monetarie restrittive: noi italiani sarebbe una congiuntura micidiale, esattamente ciò che provocò la doppia recessione, prima nel 2008, poi nel 2011-2012”.
Ci sono nove Paesi che non hanno ancora presentato il piano, il Recovery Plan e quindi la prima trance potrebbe slittare, la Tinagli interviene in merito affermando che “ciascuno è vittima delle polemiche nei rispettivi Paesi, e questo non aiuta: sembrava che il grande punto interrogativo fosse la ratifica della Finlandia, ora quella ratifica c’è. Occorre più unità politica”.
“La stabilità politica di un Paese è importante sempre. Io mi auguro che Draghi resti a Palazzo Chigi il più a lungo possibile, mi sembra sia ciò che auspicano anche qui Bruxelles”.
Intervista completa di Alessandro Barbera su La Stampa