“Siamo molto preoccupati. L’operazione deliberata dal consiglio di amministrazione di TIM e avallata dal governo sedicente sovranista, di fatto consegna ad un fondo straniero il controllo di un asset strategico del Paese”.
Lo afferma in una nota Antonio Misiani, responsabile economia e finanze del PD in merito alla cessione della rete TIM.
“È una scelta – osserva – che non trova precedenti nelle politiche seguite dagli altri grandi Paesi europei e che, se finalizzata, produrrà conseguenze economiche e sociali di grande portata”.
“La retorica degli esponenti della maggioranza sul presunto ruolo chiave dello Stato – prosegue – appare surreale, a fronte dei rapporti di forza che saranno determinati dall’operazione: il 20 per cento massimo di partecipazione del Tesoro si confronterà infatti con il 65 per cento in mano a KKR. È un modello radicalmente diverso da quello di Terna o SNAM. Ed è un assetto che rappresenta una abdicazione non accettabile dello Stato in relazione ad una infrastruttura assolutamente cruciale sotto il profilo tecnologico, economico e di sicurezza nazionale. La scelta del Cda TIM, che ha bypassato l’assemblea degli azionisti, porterà ad un duro contenzioso legale il cui esito non appare affatto scontato. L’operazione in sé, soprattutto, lascia aperte numerose incognite, dalle garanzie per l’occupazione al futuro di Sparkle, dalle prospettive degli investimenti, con particolare riferimento a quelli legati ai progetti PNRR, al futuro assai incerto della società dei servizi. Su tutti questi nodi chiederemo conto al governo”, conclude.