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Sulla vicenda Almasri Meloni riferisca in Aula, non si nasconda

“Le questioni giudiziarie non attengono al nostro lavoro, ma è sul piano politico che insistiamo dall’inizio chiedendo a Giorgia Meloni di non nascondersi dietro ai suoi ministri e venire lei in Aula per chiarire al Paese per quale motivo il governo ha scelto di riaccompagnare a casa un torturatore libico per il quale la Corte penale internazionale aveva spiccato un mandato di arresto”. La segretaria del Pd Elly Schlein è molto netta: la premier deve chiarire quanto accaduto nella vicenda del generale libico arrestato e poi rimesso in libertà, e riportato nel suo Paese con volo di Stato, malgrado il mandato di cattura della Corte penale internazionale.

Annullata informativa di Nordio e Piantedosi: non ci sono giustificazioni possibili

Ieri era stata annunciata un’informativa dei ministri della Giustizia Nordio e dell’Interno Piantedosi, che in serata è stata annullata. Le opposizioni, però, non ci stanno. “Non ci sono giustificazioni plausibili per sottrarsi al confronto nella sede preposta su un tema così grave e rilevante per il Paese; tentare di eludere le proprie responsabilità è un comportamento intollerabile e irrispettoso nei confronti delle istituzioni democratiche”: è quanto scrivono i capigruppo di opposizione alla Camera in una lettera indirizzata al presidente di Montecitorio Lorenzo Fontana, a seguito “dell’annullamento dell’informativa dei ministri della Giustizia e dell’Interno”, chiedendo “l’immediata convocazione della Conferenza dei capigruppo”, scrivono nella lettera a Fontana i capigruppo di opposizione Chiara Braga (Pd), Riccardo Ricciardi (M5s), Luana Zanella (Avs) Matteo Richetti (Azione) Davide Faraone (Iv) e Riccardo Magi (Più Europa).

Il governo fugge, umiliando il Parlamento. Interrotti i lavori parlamentari

Ma la termine della capigruppo la situazione resta immutata, denunciano le opposizioni. “Il governo ha deciso ancora una volta di sfuggire dal Parlamento, di scappare”, denuncia la presidente del gruppo Pd alla Camera Chiara Braga. “Non è stata data alcuna disponibilità a riferire come previsto dal calendario oggi, adducendo la motivazione che hanno bisogno di studiare le carte. I lavori dunque si interromperanno dopo il question time ed è già convocata una conferenza dei capigruppo martedì alle 13, prima di riprendere i lavori, per avere garanzie sull’informativa. Continuiamo a chiedere che sia Meloni a chiarire i fatti, non sui social”, “anche in questa occasione il Parlamento è stato umiliato”, conclude Braga.

Lo stesso a Palazzo Madama, al termine della capigruppo è Francesco Boccia, presidente dei senatori dem a denunciare ai cronisti l’ennesima umiliazione del Parlamento. “Il governo ha deciso e la maggioranza si è piegata”.

Il governo sta uscendo dalla CPI ma non ha il coraggio di dirlo

Il responsabile esteri del Pd, Peppe Provenzano, sottolinea in una nota la gravità del comportamento dell’esecutivo Meloni. “Senza avere il coraggio di dirlo chiaramente, il Governo italiano sta uscendo nei fatti dalla Corte penale internazionale, istituita con lo Statuto di Roma”, scrive. “Dopo giorni di ambiguità e delegittimazioni, la destra boccia la nostra mozione sul rispetto dei mandati d’arresto della Corte proponendo un’interpretazione del diritto – già smentita dalla stessa Corte – che punta a garantire l’immunità e l’impunità per Netanyahu. E lo stesso varrà per Putin? Tutto questo a pochi giorni dalla vergognosa vicenda del criminale libico Almasri, con un’espulsione che ha vanificato il mandato d’arresto della Corte. E così, giorno dopo giorno, anche con la complicità di questo Governo, si colpiscono il diritto internazionale e le sue principali acquisizioni”.

Meloni smetta di fare la vittima e dire falsità, e riferisca in Aula

Sul tema torna stamattina, in un’intervista a Repubblica, Debora Serracchiani, responsabile Giustizia nella segreteria Pd. “Non compete a noi entrare nella vicenda giudiziaria, quello spetta ai magistrati. Abbiamo però fior di elementi per affermare che ci sono evidenti responsabilità politiche del governo e della presidente del Consiglio”, spiega, chiedendo che Giorgia Meloni vada “a riferire in Aula: deve spiegare al Paese perché hanno deciso di rimettere in libertà il capo della polizia giudiziaria libica, accusato di reati gravissimi dalla Corte penale internazionale”. “Mi pare che come al solito siamo di fronte a una prima ministra a cui piace fare la vittima, abilissima nel raccontare mezze verità. E dire, soprattutto, falsità – prosegue commentando il video di Meloni sui social – Non è vero che ha ricevuto un avviso di garanzia, ma solo una comunicazione dovuta per legge. E non è nemmeno vero che non è ricattabile”. “Se è vero che nei giorni in cui Almasri è stato arrestato abbiamo avuto un picco di sbarchi dalla Libia, si può dedurre che siamo di fronte a una decisione politica – conclude Serracchiani – orientata a scongiurare una massiccia ondata migratoria. Altroché se è ricattabile”.

 

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