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Sulla guerra serve uno sforzo diplomatico più forte

“L’anniversario di ieri ha commemorato le vittime di Hamas ma in questo anno abbiamo visto il massacro di 40 mila palestinesi. Non è accettabile. Noi come Pd abbiamo chiesto il cessate il fuoco e la liberazione degli ostaggi. Da un lato uno Stato esiste giaà, Israele. Ma il problema è che, per colpa della comunita’ internazionale non è mai stato risconosciuto l’altro, la Palestina, e noi chiediamo sia riconosciuto” perché’ questo può portare alla pace. Lo ha detto la segretaria del Pd Elly Schlein, ospite a Live in Roma su Sky Tg24. Le “scelte del governo israeliano stanno alimentando questo conflitto” perche’ l’esecutivo in carica “pensa al futuro di Neytanyahu”, ha detto Schlein. “Scelte sbagliate che stanno portando a una escalation. Il governo italiano, l’Unione europea e la comunità internazionale devono cominciare a parlare di pace”. Riferendosi poi agli scontri nelle manifestazioni pro Palestina dei giorni scorsi, la segrtaria dem ha ribadito: “il metodo violento è quando di più distante da quello che pratichiamo come Pd ogni giorno”. Però, osserva, “tantissimi giovani sentono necessità di mobilitarsi”, per quanto accade nelle striscia di Gaza.

Elezione giudice della Consulta: il problema è di metodo, non partecipiamo a forzature

Il Partito democratico, con le altre opposizioni, non parteciperà al voto per l’elezione di un componente della Consulta.  “Non è un problema sul nome” indicato dal centrodestra, “ma sul metodo”, spiega Schlein, ospite a Live In Sky Tg24. Per la segretaria del Pd, l’indicazione del candidato – Francesco Saverio Marini, consigliere giuridico di Palazzo Chigi – da parte di Giorgia Meloni senza nessun confronto con le opposizioni rivela un “atto proprietario delle istituzioni”. “Non parteciperemo a una forzatura della maggioranza su una cosa fondamentale per le garanzie democratiche”, dice. Marini, inoltre, è stato l’estensore delle riforme sul Premierato e sull’Autonomia che dovranno passare al vaglio proprio della Consulta, prefigurando dunque un vero e proprio conflitto d’interesse,e senza dubbio nessuna terzietà.

Manovra: possiamo unire le forze di opposizione. E si discuta a livello Ue su una tassa ai super ricchi

“Il governo non ci ha tenuto a confrontarsi con noi” sulla manovra, ha sottolineato Schlein, “ma noi siamo concentrati su proposte sulle nostre priorità, come la sanità, perché bisogna salvare la sanità pubblica da taglii”. In vista della manovra, continua, “andremo avanti anche in Parlamento a cercare convergenze. Possiamo unire le forze delle opposizioni”. “Il governo ha presentato il piano strutturale di bilancio senza confrontarsi con le opposizioni e con il sistema paese: in momenti come questo è fondamentale parlare con le parti sociali, i sindacati, le organizzazioni datoriali e del terzo settore, cosa che noi abbiamo fatto nei giorni scorsi in vista degli emendamenti”, osserva. “La prima cosa da fare – sottolinea Schlein –  è combattere l’evasione fiscale, abbiamo un governo che ha fatto 20 condoni, è un segnale per chi vuole fare il furbo”.  “Questo governo si sceglie gli alleati più sbagliati per gli interessi dell’Italia – evidenzia la segretaria Pd – vorrei che questo governo si battese invece per costituire degli investimenti comuni europei”.

Giusto chiedere al governo una  tassa sui super ricchi

E sull’ipotesi di una patrimoniale Schlein crede sia arrivato il momento di discutere di una tassa Ue sui super ricchi. “Non saremmo d’accordo – spiega – ad alzare le tasse sul ceto medio, ma penso che faccia bene Lula a chiedere ai governi una tassa internazionale sui super ricchi. Questa discussione si può fare. Quindi bene una tassazione progressiva, ma non alzando le tasse al ceto medio”. La discussione, per lei, deve essere a livello “europeo, internazionale, concertato. Si è raggiunto un accordo della tassazione minima delle imprese, quindi Lula ha fatto bene a portare all’attenzione dei governi la tassazione dei super ricchi”.

Sulla cittadinanza siamo aperti al confronto, non alle prese in giro

“Siamo aperti al confronto sulla riforma della cittadinanza, ma per noi chi nasce o cresce in Italia è italiano: ci va bene discutere anche con Forza Italia se lo vorrà, ma non siamo disponibili a prendere ancora in giro chi aspetta questa modifica di legge da trent’anni. Nelle classi scolastiche non ci sono italiani e stranieri, ma bambini che hanno diritto a un’istruzione di qualita’”.

Alleanze? Il Pd non mette veti e pensa ai programmi 

A rischio di ripetersi, la segretaria ribadisce “Siamo molto rispettosi dei nostri alleati, cerchiamo di farci carico dei problemi che manifestano, non è sempre facile, ma io penso che la responsabilità della prima forza di opposizione sia non mettere veti ma portare condizioni programmatiche. Sui temi – sottolinea la sgretaria – è più semplice, anche sui territori, mettere insieme le forze”.

 

 

 

 

 

 

 

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