Ieri in plenaria a Strasburgo ho votato contro la richiesta di rinnovo per altri 5 anni dell’autorizzazione all’uso del glifosato, l’erbicida finito sotto accusa da parte dell’Organizzazione mondiale della sanità come potenzialmente cancerogeno. Il glifosato va vietato il prima possibile e va rivista la legislazione e la valutazione dell’UE sui pesticidi. – Lo ha dichiarato Nicola Caputo Parlamentare europeo del gruppo S&D – PD e membro della Commissione Agricoltura – La Commissione Ambiente aveva approvato nei giorni scorsi un documento in cui si chiedeva una phase-out (periodo di eliminazione) delle scorte, fissata da qui al 2020. Andare oltre questa ipotesi non è accettabile. Cinque anni di proroga sono quelli su cui l’industria chimica conta per mettere a tacere i problemi. Purtroppo si è scelto la strada della proroga fino al 2022. Questo voto deludente è stato seguito dalla riunione del Comitato europeo PAFF (Plants, Animals, Food and Feed) tenutasi oggi e durante la quale gli Stati membri hanno deciso di non esprimersi, ignorando l’indignazione degli europei che non vogliono più questo veleno nei loro campi e piatti (secondo un recente sondaggio realizzato in Germania, Francia, Italia, Portogallo e Grecia circa l’80% dei cittadini europei vorrebbe che l’uso del glifosato fosse vietato subito e in modo incondizionato). Se gli Stati membri non dovessero trovare un accordo nelle prossime settimane, la palla ripasserebbe alla Commissione che finora ha dimostrato di essere disposta a ignorare il principio di precauzione e a sacrificare la salute pubblica e l’ambiente per seguire i giganti del settore agrochimico. Spero che la Commissione risponda all’iniziativa europea “Stop glifosato” tenendo in debito conto le richieste di 1,3 milioni di cittadini. Basta con le proroghe delle autorizzazioni e alle mezze misure per compiacere l’industria – conclude Nicola Caputo – I cittadini europei chiedono di vietare il glifosato al più presto. Un solo giorno in più con il glifosato è un giorno in più di danni alla salute e all’ambiente. La fiducia nella istituzioni europei la si recupera anche dimostrando di avere a cuore la salute dei cittadini europei”.