«Non sono più disponibile a sostenere misure che portano fieno in cascina ai populisti. Non intervenire su Jobs act e Buona scuola minerebbe il rapporto di fiducia tra noi e il governo».
Roberto Speranza, prossimo sfidante di Matteo Renzi, evoca la sfiducia sulla questione dei voucher. Il ministro Poletti è sotto tiro
«Le sue parole sono state gravi e indifendibili. Ai giovani non dobbiamo dire “toglietevi dai piedi”, ma “aiutateci a cambiare questo Paese”».
Basta per sfiduciarlo?
«No. E una scivolata, ma ha chiesto scusa, con umiltà ».
Lei, in una lettera aperta, non ha escluso la sfiducia sui voucher
«Sì, il tema vero è questo. C’è una generazione che con i voucher rischia di restare incastrata in un fiume di precarietà . I numeri parlano chiaro: 121,5 milioni di voucher venduti fino a ottobre, 15o milioni circa nel 2016. C’è stata un’impennata. Poletti non può affrontare la sfiducia con paura ma con il coraggio di chi riconosce che i voucher così non sono più sostenibili».
Se non lo fa, dunque, è sfiducia?
«Se non lo fa rischia di minare il rapporto di fiducia con il governo».
La maggioranza vi ricorda che i voucher sono stati introdotti da Berlusconi, poi dal governo Monti, con il Pd di Bersani favorevole
«I voucher vengono da lontano. Ai tempi di Monti non ero deputato, ero segretario del Pd in Basilicata. Ma non mi interessa la gara per attribuire la paternità a Tizio o Caio. Oggi il Pd ha la maggioranza in Parlamento. E l’esplosione è avvenuta negli ultimi due anni, anche per l’allargamento delle maglie che c’è stata pure con Renzi, che ha esteso il massimale da 5000 a 7000 euro. Dobbiamo intervenire subito, altrimenti diventiamo responsabili».
I voucher erano nati per fare emergere il lavoro nero
«È vero, ma con questi numeri non sei all’emersione del lavoro nero ma alla normalizzazione della precarietà . Un governo serio non aspetta un giorno per intervenire e riportarli alla funzione originaria. Altrimenti consegniamo una generazione a Grillo e Salvini».
Il governo Gentiloni è il vostro o è solo un governo amico, con fiducia condizionata?
«Ho votato la fiducia al governo e ho votato sì in direzione, cosa che non mi capitava da tempo. Ho apprezzato i toni di Gentiloni e la sua intenzione di escludere la fiducia per la legge elettorale. Ma gli chiediamo una discontinuità su alcuni punti decisivi».
I voucher. E poi?
«La scuola. Mi chiedo: cosa aspettiamo a chiamare studenti e insegnanti e a fare un check up alla Buona scuola?».
Questo governo deve durare o no?
«Mi interessa relativamente quanto dura, il punto è cosa fa. Se fa cose giuste, è bene che lavori. Comunque ho apprezzato le parole del presidente Mattarella».
La legge elettorale? Il Mattarellum stenta e avanza il Verdinellum
«Abbiamo bisogno di una legge che faccia scegliere gli eletti ai cittadini e che trovi un equilibrio tra governabilità e rappresentanza. Il Mattarellum è una buona base di partenza. Il Verdinellum? Il nome non mi piace affatto».