“Voglio costruire un’alternativa a Renzi, dentro il PD. I tempi sono maturi. Però voglio che si parta dalle idee, non dal nome”. Così Roberto Speranza, intervistato da la Repubblica, prepara la sua sfida al premier per la segreteria del partito.
“Tutti sanno che lavoro per costruire un’alternativa”, sottolinea. “Tra fine 2016 e inizio 2017 penso che sia il periodo giusto. L’importante comunque è che si svolga prima delle Politiche”, dice a proposito del congresso. Intanto, aggiunge Speranza, “non è accettabile sottovalutare” il passaggio delle amministrative.
“Io sto girando l’Italia, dobbiamo lavorare per il miglior risultato. Se mandiamo un messaggio unitario siamo sicuramente più forti”. Del referendum, precisa, “non parlo fino al giorno dei ballottaggi. Sarebbe meglio lasciare fuori dalle Comunali questi banchetti, perché c’è una parte della nostra gente che voterà per i nostri candidati, ma sceglierà il ‘no’ al referendum”.
“In Parlamento abbiamo votato in modo sostanzialmente unitario la riforma. Però è legittimo che anche nel PD ci siano persone che rivendichino di votare no. Per vincere le amministrative serve anche il loro voto”.
“È un voto comunale, non è che il giorno dopo ne risponde il governo. Però ci dirà dello stato di salute del PD. Questo è anche un voto politico, pensi che nel centrodestra le comunali di Roma assomigliano alle primarie per la premiership”.
Sugli interventi di ieri alla direzione del PD,Speranza sottolinea che “evocare Casa Pound tra noi, come ha fatto Maria Elena, non è utile, né positivo. Parlare di codice di Hammurabi, come ha fatto Matteo, è un errore. Hanno sbagliato, bisogna rispettare chi non è d’accordo con il sì al referendum. Non credo che l’ Anpi o undici presidenti emeriti della Consulta siano paragonabili a Casa Pound”.