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Siria, Sereni: “La pressione internazionale può indurre Erdogan a fermarsi”

“La Turchia difende l’intervento parlando di ragioni di sicurezza che, se talvolta possono essere comprensibili, in questo caso non mi pare giustifichino l’offensiva militare del suo esercito”, ha dichiarato la vice ministra degli Esteri Marina Sereni oggi pomeriggio a Tgcom24, considerando poco realistiche le condizioni poste dalla Turchia per un cessate il fuoco.

 

“L’amministrazione Trump ha annunciato di aver ottenuto una tregua e, se così fosse, non potremmo che prenderne atto positivamente. Se davvero infatti l’intervento militare turco si interrompesse, anche per una breve pausa, sarebbe un buon risultato, perché laggiù sul campo ci sono persone in carne ed ossa che, dopo anni di conflitto, stanno nuovamente soffrendo gli effetti di un’offensiva militare.

 

Dobbiamo però essere concreti – ragiona Sereni – e dire anche che le condizioni poste dalla Turchia per questo cessate il fuoco non sembrano realistiche, poiché non è immaginabile che tutte le forze curde lascino quella fascia di territorio e soprattutto che quel popolo possa rinunciare a vivere in una zona in cui è da sempre in maggioranza”.

 

“Dall’Italia – ha spiegato Sereni – è giunta una reazione molto netta che ha spinto l’Europa a prendere nel complesso una posizione forte, altro che flebile, come è stato ingiustamente detto. Semmai è la Nato, comprensibilmente, che ha qualche problema nel condannare la Turchia che di quest’organizzazione è parte importante ed è stato un alleato nella lotta anti Daesh. Sono stati annunciati incontri sia in sede Nato sia per iniziativa della Russia. Ora dobbiamo continuare ad esercitare una forte pressione affinché si torni sui binari del dialogo e del negoziato”.

 

“L’Italia ha fatto la sua parte, con il ministro Di Maio che ha dato disposizione di interrompere la vendita di armi alla Turchia. Non esiste uno strumento risolutivo di per se’ ma se tutta la comunità internazionale esercitasse la sua pressione decisa su Erdogan, forse il presidente turco, nonostante la determinazione con cui dichiara di voler andar avanti, potrebbe ricredersi. Speriamo che nelle prossime ore – ha concluso la Vice Ministro – sia in sede Nato, sia in altre sedi internazionali, vi siano passaggi che lo inducano a tornare sui suoi passi”.

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