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Siani: “Le mie idee contro i signori delle tessere”

Paolo Siani sta mettendo a punto la campagna elettorale da indipendente del Pd. Corre sia nel collegio maggioritario che in quello proporzionale: una sfida che parte dal Vomero, il quartiere collinare di Napoli, ma si allarga fino alla periferia. E al Vomero Siani dovrà puntare a sottrarre voti al sindaco Luigi de Magistris che nel collegio vede correre proprio un componente del direttivo del suo movimento.
 

Dottor Siani, come si sta preparando la battaglia elettorale?

 
«Per ora sono ancora in ospedale, al Santobono, a lavorare».
 

Ma tra un po’ si dedicherà anima e corpo alla corsa per Montecitorio?

 
«Spero di continuare a lavorare fino a quando potrò. La politica la faccio qua dentro. Curando i bambini, offrendo alla mamme il meglio possibile».
 

Se sarà eletto vorrà, quindi, occuparsi di sanità, di pediatria?

 
«Come ho già detto a Matteo Renzi, se sarò eletto avrò due priorità assolute: sanità e infanzia. Vorrei occuparmi, specificamente, dell’oncologia pediatrica che è un paradigma per tutte le malattie gravi dei bambini che devono avere delle eccellenze anche in Campania, mentre adesso sono costretti a migrare verso ospedali del Nord».
 

Il suo collegio è vasto. Si parla del Vomero, il suo quartiere, ma è un collegio che si estende fino alla periferia nord della città, a Piscinola, a Miano, passando per San Carlo all’Arena. Problemi diversi. Quartieri periferici e quartieri borghesi.

 
«Occuparsi dell’infanzia è anche fare prevenzione delle deviazioni giovanili, delle babygang. Così si costruisce un ponte che unisce tutto il collegio».
 

Lei è in corsa come indipendente, ma il Pd che lo sostiene è un partito che alle ultime Comunali è andato appena oltre r I per cento. Può contare poco su un partito che non detiene più un ampio voto di apparato. Si dovrà rivolgere principalmente alla società civile.

 
«Mi rivolgo a tutti coloro che mi conoscono e mi hanno conosciuto in questi anni, ai colleghi medici e a chi s’è impegnato con Polis e con le famiglie delle vittime innocenti della criminalità con i quali ho condiviso più di trent’anni della mia vita, gli insegnanti, i presidi. Se avrò un consenso forte, la politica si dovrà interrogare sul bisogno che c’è di persone che hanno idee per il territorio nel quale lavora piuttosto che di persone che detengono tessere».
 

Non rischia di essere considerato un marziano?

 
«Credo che questi temi interessino al Pd. La sinistra di questo deve occuparsi. Credo che il partito sia assolutamente d’accordo con me. Del resto, Renzi queste cose le ha dette da tempo, ci crede».
 

Ha letto chi si candida contro di lei? Chi teme di più?

 
«Non è questione di timori. Piuttosto invito tutti i candidati del mio collegio a un incontro pubblico e a una discussione approfondita su idee e proposte per la città. Proponiamo programmi possibili. Dalle nostre proposte l’elettore ci giudicherà e ci voterà».
 

Quando ha accettato la candidatura, in un’intervista al Il Mattino, ha dato un giudizio positivo del lavoro dell’amministrazione di Luigi de Magistris. C’è stato qualche malumore nel Pd che da sette anni è all’opposizione.

 
«Non rimangio quello che ho detto. Anche perché non ho mai concesso sconti al sindaco di Napoli quando ha fatto cose che non condividevo, come il convegno con i No-Vax».
 

Lei comunque ritiene che in questi sette mutila città sia davvero migliorata?

 
«Certo. Ci sono problemi forti con il trasporto pubblico, le condizioni delle strade, la differenziata che non decolla, ma basta osservare solo un dato: otto anni fa, Napoli era isolata dal mondo. Oggi vedo turisti pure a gennaio salire fin su a San Martino. È un fatto. Questo non significa che io furbescamente voglia i voti di De Magistris».
 

Be’, l’hanno pensato in tanti.

 
«Io l’ho detto per onestà, nel rispetto del lavoro degli amici del Pd che lo contestano e elo costringono , dall’opposizione a lavorare meglio. Io e il sindaco ci conosciamo da tempo. C’è stima, ma lui ha detto che non mi voterà».
 

Per la precisione ha detto che l’unica novità di questa consultazione è la lista Potere al Popolo. E proprio nel suo collegio si candida Giuseppe Aragno che fa parte del direttivo di demA.

 
«Io ho capito che votava Aragno. Ma se poi qualcuno dei suoi amici o chi ha votato per lui alle Comunali voti per me non posso che esserne contento».
 

Il sindaco potrebbe anche cambiare idea.

 
«Certo».
 

Per adesso è al Santobono a continuare il suo lavoro, ma ha già previsto qualche appuntamento elettorale?

 
«I miei amici si sono inventati l'”AperiPaolo”, un aperitivo con me organizzato nelle loro case, per incontrare persone e illustrare i miei programmi. Inoltre, il mio amico Luciano Stella sta preparando incontri al Modernissimo e all’ex-Ambasciatori. Li faremo insieme a Marco Rossi-Doria candidato nel collegio di Ghiaia. Naturalmente, vedrò pediatri e altri medici. Poi cammino per strada e c’è tanta gente che mi ferma per dirmi che mi voterà».

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