“Anche sulla Corte dei conti il modello è quello solito: abbattere e ridurre gli strumenti di controllo e di legalità. Come è stato fatto con l’abuso d’ufficio”. Lo dice, in un‘intervista a Repubblica, Debora Serracchiani, responsabile giustizia del Pd.
Secondo Serracchiani, la riforma sulla magistratura contabile, passata nelle commissioni l’altra notte, rientra nell’azione di “smantellamento dell’indipendenza e dell’autonomia della magistratura e dell’equilibrio tra poteri”. “Perché – spiega – invece di migliorare il sistema della giustizia, correggendolo o riformandolo per renderlo più efficiente e giusto, si fanno sparire reati e controlli. E in questo caso si tratta dei controlli sul corretto utilizzo dei soldi pubblici”.
Il controllo preventivo della Corte esteso a tutti gli atti non dà maggiori garanzie, afferma la responsabile Giustizia del Pd: “è anzi uno dei primi aspetti censurabili. Perché prevedere il parere preventivo della Corte su tutti gli atti significa paralizzarne l’attività. Poi, si ampliano i casi di esenzione da responsabilità per colpa grave, peraltro riscrivendone la definizione contro quella già contenuta nel codice degli appalti. E poi c’è l’altra preoccupazione: si riduce clamorosamente il risarcimento del danno”.
Il sospetto – suggerisce Repubblica – è che la riforma abbia una finalità punitiva nei riguardi di una magistratura severa sul Pnrr. “Ricordiamoci che questo è il governo che ha abolito il controllo concomitante della Corte dei conti e che con questa riforma mette indubbiamente a rischio le verifiche sul Pnrr – conclude -. Siamo alle solite: se un treno arriva sempre in ritardo, si fanno sparire gli orologi. Va detto che questa riforma ha una valenza generale e quindi si applicherà a tutti i controlli sulla spesa pubblica”.