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​​​​​Serracchiani: “Noi vogliamo la pace. Non potevamo voltarci dall’altra parte di fronte alla richiesta di aiuto degli ucraini”

Sintesi dell’intervista di Umberto De Giovannangeli su Il Riformista

 

“Noi vogliamo la pace. Questo è l’obiettivo e sappiamo che la strada è il negoziato. Tutto ciò che stiamo facendo ha questa unica finalità. L’Europa sta dando la sua risposta immediata unitaria e decisa alla guerra di Putin, costruendo le condizioni perché il sentimento di casa comune emerga più forte e più determinato. Nascono da qui i “lavori in corso” per giungere a una politica di sicurezza e di difesa comuni, all’autonomia energetica e, come noi Democratici speriamo, agli Stati Uniti d’Europa”, inizia così la sua intervista Debora Serracchiani, Capogruppo del Partito Democratico alla Camera dei Deputati.

La Capogruppo aggiunge: “Nessuno di noi ha preso le decisioni che ha preso a cuor leggero, ma, premesso che nel votare l’invio di armi all’Ucraina ci siamo mossi nel pieno rispetto della nostra Costituzione, mi chiedo se sarebbe stata di sinistra la scelta di voltare la testa altrove rispetto alla richiesta di aiuto degli ucraini”.

“La guerra deve cessare. Dobbiamo essere grati al Papa per questo suo incessante richiamo alle coscienze di tutti noi e mi piace rammentare anche quanto detto dal presidente Mattarella “la pace non potrà essere salvaguardata se non con sforzi creativi, proporzionali al pericolo che la minacciano”.

Serracchiani chiude: “Le sanzioni sono l’unico strumento per contrastare l’azione di Putin. L’Unione europea ha introdotto diversi livelli di sanzioni e, a giorni, concorderà anche l’embargo del petrolio. Ma più che gli effetti delle sanzioni, è la guerra che sta provocando scosse al sistema economico e produttivo internazionale e quindi anche a casa nostra. Proprio per sostenere le famiglie e le imprese abbiamo insistito con il governo perché adottasse misure forti con l’obiettivo di tutelare salari e potere d’acquisto. Con il decreto approvato lunedì 2 maggio il governo è andato in questa direzione. Tassando gli extraprofitti di pochi si è intervenuti su 28 milioni di persone. Un intervento di redistribuzione fiscale che avevamo sollecitato: redistribuzione, aiuto alle fasce più deboli, intervento su affitti e trasporto pubblico locale. È la strada giusta”.

 

Intervista integrale su Il Riformista

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