“L’audizione in Parlamento della Fondazione Gimbe sulla Legge di Bilancio offre purtroppo moltissime ragioni di allarme. Innanzitutto le risorse previste per il 2025 e per gli anni successivi sono gravemente insufficienti per affrontare i tanti problemi che affliggono il Servizio Sanitario Nazionale. Come noi denunciamo da sempre il trend della spesa sanitaria in rapporto al prodotto interno lordo (unico metodo per renderla paragonabile a quello degli altri Paesi) ha imboccato una china drammatica fino a scendere sotto la soglia davvero minima del 6%. L’altro elemento estremamente preoccupante riguarda gli impegni di spesa che la legge di Bilancio mette in carico al FSN e alle Regioni che, sommati, assorbono molto di più delle risorse stanziate. Questo costringerà le Regioni a dover scegliere tra tagliare i servizi o aumentare le tasse ai loro cittadini, e sarà tanto più dura per le amministrazioni virtuose che in questi anni hanno garantito livelli elevati dei servizi”.Così in una nota Marina Sereni, responsabile Salute e sanità nella segreteria del Pd.
“Infine – sottolinea Sereni – emerge chiaramente come sia del tutto scomparsa l’idea di un Piano straordinario di assunzioni volto a coprire le carenze e a restituire serenità e dignità a chi lavora nel SSN, così come appaiono evanescenti le misure per valorizzare il personale in servizio e per rendere più attrattive le professioni sanitarie. Nella sua audizione il Presidente della Fondazione Gimbe invita la politica a non fare della sanità un terreno di scontro frontale. Se si tratta di discutere di riforme e investimenti per migliorare la vita dei cittadini e ridare slancio e solidità al Servizio Sanitario Nazionale, il Pd c’è e ci sarà sempre. Se però maggioranza e Governo continueranno a fare gli struzzi, mettendo la testa sotto la sabbia, negando l’emergenza e di fatto favorendo la privatizzazione della sanità, noi saremo dalla parte di chi protesta, a fianco dei sindacati che scioperano e delle famiglie costrette a impoverirsi per pagare il privato o addirittura a rinunciare alle cure”.
Gimbe: mancano 19 miliardi per le misure già varate
Risorse scarse, insufficienti anche a coprire le misure già varate dal Governo – e assenza di interventi cruciali per la tenuta del servizio sanitario. È quanto denuncia in audizione presso le Commissioni Bilancio riunite di Camera e Senato, il presidente di Fondazione Gimbe Nino Cartabellotta. Senza “adeguate risorse e coraggiose riforme di sistema diremo definitivamente addio all’universalismo, all’uguaglianza e all’equità, princìpi fondanti del servizio sanitario nazionale”, ha detto Cartabellotta. Le risorse, inoltre, sottolinea Fondazione Gimbe, sono ampiamente insufficienti per finanziare anche le misure già previste dal Governo. All’appello mancano 19 miliardi da qui al 2030.
“L’incremento di 2,5 miliardi di euro per il 2025 aumenta il Fondo sanitario nazionale a 136,5 miliardi di euro, di fatto solo dell’1% rispetto a quanto già fissato nel 2024”, spiega Gimbe. La situazione si fa ancora più allarmante se si guarda alla spesa sanitaria in rapporto al Pil: la quota del Prodotto interno lordo destinata alla sanità scende dal 6,12% del 2024 al 6,05% nel 2025 e 2026, fino ad arrivare al 5,7% nel 2029. “L’aumento progressivo del Fondo sanitario nazionale in valore assoluto, sempre più sbandierato come un grande traguardo, è in realtà una mera illusione.