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Sereni – Martina: “Il diritto al cibo: tema cruciale dopo la pandemia”

La scorsa settimana a Matera il Governo italiano ha guidato l’incontro dei Ministri degli Esteri e della Cooperazione dei paesi G20: al centro dei lavori il tema cruciale della sicurezza alimentare dopo la pandemia, che ha aggravato la situazione ovunque, e in particolare nelle aree del mondo già in sofferenza come Africa, Asia e America Latina: milioni di nuovi affamati che si aggiungono purtroppo ai settecento milioni di persone già in questa condizione. Donne e bambini sono ovunque i più colpiti.

Così su Il Riformista un articolo a due mani di Marina Sereni, Viceministro agli Affari Esteri e alla Cooperazione Internazionale, e Maurizio Martina, Vicedirettore Generale Fao.

 

Gli obiettivi dell’Agenda 2030 per lo Sviluppo sostenibile delle Nazione Unite sono oggi più lontani e proprio per questo occorre un impegno straordinario dei paesi più avanzati a partire dai G20.

 

Il senso del lavoro proposto dall’Italia con la squadra guidata dal Ministro Di Maio e con la collaborazione del Direttore Generale FAO Qu Dongyu è stato proprio questo: una valutazione aggiornata dei rischi, rimettere al centro dell’attenzione la sicurezza alimentare e avanzare una proposta d’impegno operativa. Così il G20 di Matera ha prodotto una Dichiarazione condivisa rispetto alle sfide da affrontare, a partire dal salto di qualità necessario per un approccio compiutamente “One Health” che leghi indissolubilmente la salute dell’uomo a quella degli altri esseri viventi e della terra stessa.

 

Italia e Fao hanno lanciato il progetto della Food Coalition per promuovere azioni di sostengo alla resilienza dei sistemi alimentari dopo il Covid attorno a quattro aree d’impegno: lotta a sprechi e perdite, trasformazione dei sistemi alimentari locali, azioni di protezione sociale, inclusione economica e contrasto alle povertà e risposta umanitaria.

 

A Matera abbiamo lanciato la prima “call to action” rivolta a quanti vogliono mettersi al lavoro per questo obiettivo, a Firenze a metà settembre, con il G20 dell’Agricoltura, si realizzerà un ulteriore passo avanti.

 

Molti progetti stanno prendendo vita: dall’impegno comune di Israele e Marocco, al percorso dell’Olanda con lo Zimbabwe, alla proposta di Coldiretti e di alcune associazioni agricole americane e ghanesi per la costruzione della prima rete globale dei Farmers Market, al lavoro di Unido e del Future Food Instituite con realtà spagnole, algerine, greche e irachene per il sostengo all’innovazione agricola.

 

Il nostro prossimo appuntamento sarà tra poche settimane, proprio in FAO, quando il governo italiano e le Nazioni Unite promuoveranno insieme il Pre Food System Summit. Anche in quella occasione dovremo saper coniugare analisi e azione, coinvolgere le associazioni, le popolazioni indigene, e i tanti che vivono quotidianamente l’esperienza diretta delle tante agricolture del pianeta.

Il diritto al cibo non può rimanere solo nei nostri documenti, deve radicarsi concretamente nella vita di milioni di persone. La cooperazione internazionale e un rinnovato impegno multilaterale sono la risposta a queste sfide e l’Italia, ancora una volta, può giocare un ruolo determinante proprio a partire da questa consapevolezza

 

Articolo completo su Il Riformista

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