“Annunciato fin dall’approvazione del decreto in Consiglio dei ministri, rivendichiamo oggi l’impegno del PD per migliorare il DL 36 sulla scuola: abbiamo presentato molti emendamenti frutto dell’ascolto di sindacati ed associazioni e numerosi sono diventati la base della sintesi trovata con le forze politiche di maggioranza. Abbiamo evitato il taglio delle risorse per la carta docente, consentito a chi è in possesso di 24 Cfu di poter partecipare ai prossimi concorsi, meglio definito l’articolazione dei percorsi di formazione iniziale, eliminati i test a crocette, reso la scuola di Alta Formazione meno dirigistica e più aperta al coordinamento e alla collaborazione con le realtà scolastiche territoriali, reso più esplicito che la formazione incentivata va definita in sede di contrattazione”.
Così in una nota congiunta Manuela Ghizzoni responsabile Istruzione e Università e Irene Manzi, responsabile Scuola del Pd.
“Ma in un bilancio complessivo del provvedimento non possiamo, purtroppo, dirci soddisfatti, in particolare, per quanto avvenuto la scorsa notte al Senato. Con un intervento tardivo -proseguono le esponenti dem- la Ragioneria dello Stato e il MEF hanno sconfessato un principio già approvato dalle Commissioni parlamentari: i risparmi derivanti dal grave e preoccupante fenomeno della denatalità devono rimanere nella scuola, per affrontare le sfide future. Un principio chiaro sull’importanza assegnata alla scuola nel processo di crescita del Paese”.
“Sono stati invece parzialmente ripristinati i tagli originari del decreto, relativi ai contingenti dal 2026 al 2031. Ecco perché oggi valutiamo il DL 36 sulla scuola come un’occasione mancata e chiediamo al Governo di porvi rimedio con la prossima legge di bilancio per ripristinare le risorse e, prima ancora, con il rinnovo del contratto collettivo già scaduto da un anno. Per il Partito Democratico -concludono- questi sono punti irrinunciabili, su cui non è più possibile tornare indietro”.