“Abbiamo solo cominciato, non dobbiamo fermarci. Abbiamo attraversato il Paese con le nostre candidate e candidati, finalmente ci riconoscono per strada per le battaglie sociali che facciamo”. La segretaria del Pd, Elly Schlein, saluta le tante e i tanti che affollano la Festa dell’Unità di Roma.Sul palco con lei Marco Omizzolo, il sociologo, docente all’Università La Sapienza, che segue da anni la storia dei sikh dell’Agro Pontino, e Marta Bonafoni, la coordinatrice della segreteria nazionale del Partito democratico. “Per la destra – continua Schlein – la povertà è una colpa individuale. Noi sappiamo che è un problema che deriva dalle regole che noi dobbiamo cambiare. Noi non faremo mai una politica sulla paura. È un contesto in cui non possiamo dimenticare che ci sono troppe persone che hanno cominciato a credere che il loro voto non facciano la differenza. È una ferita. Quello che ci ha consegnato questo risultato è proprio esserci focalizzati sui problemi delle persone”.
Non è un caso, aver organizzato questo colloquio fra la segretaria Schlein e il sociologo che nella comunità sikh del basso Lazio si è infiltrato, per poter studiare quanto accade in quella parte di terra, di cui denuncia il sistema mafioso, i cascami della lunga tradizione fascista, un sistema sostanzialmente schiavistico. Da otto anni vive sotto scorta.
“Satnam Singh è un nome che non bisogna dimenticare – ha ricordato Schlein – perché non è morto in un incidente sul lavoro, è stato ucciso dallo sfruttamento, è stato ucciso dal caporalato, è stato ucciso dalla disumanità di chi l’ha mollato con un braccio mangiato da un macchinario davanti a casa senza portarlo a curarsi”.
“Nei prossimi giorni, ha spiegato Schlein, presenteremo una proposta in Senato,grazie
allavoro di Pierfrancesco Majorino e Graziano Delrio, per superare la legge Bossi-Fini. Basta casi Satnam Singh“.
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