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Sbloccare l’Italia è il nostro dovereL’enews di Matteo Renzi

Vorrei innanzitutto ringraziare i moltissimi destinatari delle enews che hanno seguito il primo #matteorisponde trasmesso con Facebook, in diretta, martedì scorso. Abbiamo raggiunto più di due milioni di persone e sono molto felice che questo strumento consenta di rispondere alle domande – anche quelle più scottanti – in modo libero e familiare. Due milioni è veramente un numero impressionante, più che una trasmissione tv! Per chi se lo fosse perso (ma dura sessanta minuti, quindi dovete avere un po’ di pazienza): lo trovate cliccando qui
Sono contento di aver sperimentato uno strumento nuovo. Qui il messaggio di Sheryl Sandberg, l’amministratrice delegata mondiale di Facebook) e credo che questo risultato non sarebbe stato possibile se non ci fosse il costante collegamento con il popolo delle E-News. Dunque, grazie a voi!
Prossimo appuntamento con il #Matteorisponde mercoledì 13 aprile. E ci sarà una piccola sorpresa (a farlo sempre uguale altrimenti ci annoiamo!)

 

2. Sbloccare l’Italia è il nostro dovere

La settimana è stata segnata dalle polemiche politiche delle opposizioni contro il Governo per lo sblocco di alcune opere, segnatamente quelle legate a Tempa Rossa e Taranto dopo le rivelazioni derivanti da una indagine della procura di Potenza. Ho espresso chiaramente la mia posizione in tutte le sedi. Potete trovare qui:

  • Il video della mia chiacchierata con Lucia Annunziata per “In mezz’ora”
  • Il video del mio intervento in direzione PD (dove parlo – a lungo – tra l’altro della strategia del nostro Governo sulle rinnovabili: siamo leader mondiali sulle rinnovabili, con buona pace di chi preferisce il pregiudizio alla realtà)
  • L’intervista al Tg2 di ieri sera

Per chi, comprensibilmente, non ha voglia di perdere tempo con i video la sintesi è semplice: se qualcuno ruba, va fermato e messo in carcere. Se qualcuno commette reato, va giudicato con sentenze che devono essere giuste e veloci. Ma se ci sono dei problemi si fermano i colpevoli, non le opere. L’Italia è un Paese in cui per molti anni si è preferito dare ascolto ai processi celebrati nei talk-show o su altri media e non nei tribunali. Con il risultato che i colpevoli la sfangano. E le opere si bloccano. Io voglio bloccare i ladri, non le opere.
Saremo davvero cambiati quando davanti a un problema si arresta chi è giudicato colpevole, ma non si blocca l’opera. Troppo spesso abbiamo bloccato le opere pubbliche e private, lasciando in libertà i responsabili.
Con noi al Governo la musica è cambiata:

  • Abbiamo reso più dure le pene per chi corrompe o è corrotto.
  • Abbiamo reso operativa l’autorità nazionale anticorruzione scegliendo Raffaele Cantone
  • Abbiamo introdotto i reati ambientali che prima non erano previsti dal Codice.

E contemporaneamente abbiamo sbloccato decine di opere pubbliche e private che altrimenti sarebbero costate miliardi agli italiani. Non sprecare ciò che abbiamo è la prima regola del gioco, da quando siamo noi al Governo. Se un’opera di interesse pubblico si blocca, non è che non paga nessuno: al contrario, paghiamo tutti.

Vorrei dialogare davvero con voi su questi temi. È evidente il tentativo di far passare il messaggio che in politica tutti sono uguali. Ma io resto tenacemente attaccato alla realtà. Rivendico con forza lo sblocco di Tempa Rossa come rivendico di aver sbloccato con leggi e emendamenti Expo, la variante di Valico, Pompei, il Bisagno, le iniziative contro il dissesto e per le bonifiche, la Napoli Bari, il Quadrilatero, Fiumicino, l’aeroporto di Venezia. Qui trovate un primo, piccolissimo, elenco di slide di opere pubbliche e private sbloccate. Il mio rammarico? Averne sbloccate meno di quante avrei voluto. Ma sarà la nostra priorità per i prossimi due anni. Perché ho fatto il Sindaco e so che l’unico modo per essere credibili con la propria gente è far sì che le cose accadano, non andare a fare i comizi in tv.

Leggo volentieri su tutto – ma soprattutto su questo – le vostre considerazioni: [email protected]

 

3. Bagnoli, che meraviglia!

In questo senso Napoli è un simbolo straordinario. E soprattutto lo è Bagnoli. Area bellissima, meravigliosa. Totalmente abbandonata da una politica incapace di decidere. Da una politica maestra nell’arte del rimpallo di responsabilità. Abbiamo deciso di decidere. E visto che il Comune non lo faceva, lo abbiamo fatto noi, nominando un Commissario.
Ci hanno detto di tutto, accusandoci di interessi e mani sulla città. Poi quando hanno visto il progetto si sono dovuti fermare. Non c’è un solo centimetro cubo in più di quanto previsto dal Comune. Anzi ci sono meno case e meno spazi commerciali. C’è invece una sorpresa per gli addetti ai lavori, una sorpresa che tuttavia io ritengo un atto dovuto: eliminiamo la colmata.
Cosa è la colmata? Il più grande scandalo ambientale di Bagnoli. Un milione di metri cubi di rifiuti lasciati a marcire per decenni. Ci vorranno 272 milioni di euro per ripulire le schifezze che sono state fatte nei 230 ettari di Bagnoli. Ma per noi è una priorità. E lo Stato c’è. Perché se riparte Bagnoli, riparte Napoli e riparte il Mezzogiorno.
Sintesi: Bagnoli è la più grande operazione di risanamento ambientale mai fatta in Italia (i nostri tecnici dicono d’Europa, ma io sto prudente, non si sa mai). La sola colmata vale undici ecomostri.
L’operazione Bagnoli porterà risanamento ambientale e lavoro, anche dall’estero.
A fronte di questo, ci è stato suggerito di non venire a Napoli perché non graditi nella città che autorevoli esponenti delle istituzioni hanno definito “derenzizzata”. Assessori comunali sono scesi in piazza con i manifestanti invitandomi a non entrare in questa città: come immaginate – conoscendomi – sono andato a Napoli ancora più volentieri: ho allungato il programma, aumentato gli impegni e mi sono anche mangiato una buonissima pizza margherita con la candidata sindaco del PD, Valeria Valente.
Ma pizza o non pizza, è il principio che conta. Per cultura politica e senso di legalità se viene un rappresentante delle Istituzioni non si accoglie con sassi e bottiglie di vetro: anzi, lasciatemi dare il mio abbraccio affettuoso e solidale agli agenti di polizia che sono stati lievemente feriti negli scontri. Non essendo io permaloso, tuttavia, ho gradito moltissimo il pomeriggio napoletano. E di conseguenza ho deciso che domani, sabato mattina, ci tornerò col ministro Franceschini per parlare di turismo e cultura a Pietrarsa. Entro quindici giorni poi torneremo di nuovo per andare in Regione Campania a firmare con Enzo De Luca il Patto per la Campania. Se pensano di farci paura, hanno sbagliato destinatari.
La maggioranza degli italiani lavora, non urla. E chi lavora vuole che la politica finalmente faccia qualcosa, anziché discorsi.

 

4. La rubrica della bufala

Stavolta la rubrica della bufala è solo una foto. Niente di più. Per raccontare ai propri adepti che la contestazione a Napoli era oceanica, il blog di Beppe Grillo ha preso l’immagine di Piazza Plebiscito piena di gente. Solo che quelli erano lì non per contestare il premier, ma per abbracciare il Papa. Già, per far vedere che la piazza era numerosa, hanno cambiato foto e hanno messo la foto della visita papale! Lo so, è difficile credere che ci trattino proprio da incapaci di intendere e volere: ma è così. Mistificano la realtà sempre: quando parlano in tv, quando mettono le foto sui social network, quando ci accusano di essere complici e collusi con le mani sporche di denaro. Oggi un deputato famoso per aver detto che l’uomo non è arrivato sulla Luna (tutta un’invezione degli americani, si capisce) ha detto che “non c’è nessuna differenza tra camorristi e questi governanti”. Capite con chi abbiamo a che fare? Sono semplicemente incredibili menzogne. Loro pensano che basti ridirle perché gli italiani ci credano. Ma non è così: gli italiani sanno riconoscere chi fa teatrini e chi fa politica. Solo che noi dovremo ogni giorno dire e ribadire che quella non è la verità. Dovremo chiedere che quando arriveranno i processi per le loro incredibili e squallide accuse, loro rinuncino alle immunità parlamentari per essere giudicati, da cittadini come amano essere chiamati. E tra di noi mantenere il sorriso più pieno: questi signori non sono cattivi, sono solo persone che da tempo hanno litigato con la verità. Non riescono a dirla, nemmeno con le foto. Ma la verità è più forte di loro. Basta avere pazienza e un buon carattere.

 

5. Arriva la Banda. Larga

Però non basta sbloccare le opere tradizionali.
Bisogna anche sbloccare il futuro.
Per questo abbiamo presentato il progetto Banda Ultra Larga di Enel.
Enel è una grande azienda italiana leader nelle energie, rinnovabili e non. Essendo al top della tecnologia ha deciso di investire nel modello più avanzato al mondo dei contatori digitali. E questo permetterà di collegare la diffusione di una rete ad altissima velocità con connessioni molto potenti. Il progetto di Enel è solo uno dei tanti progetti, io mi auguro che sia replicato anche all’estero.
E siamo pronti a incoraggiare quelli di tutti gli altri. Ma nel frattempo qualcosa si muove in questo settore. E le prime cinque città scelte hanno sindaci, capaci, di colore politico diverso: Perugia, Bari, Catania, Cagliari, Venezia.
Sbloccare l’Italia significa anche restituire al Paese un futuro degno di ciò che siamo. Costi quel che costi, lo faremo.

 

6. Agenda

Nella prossima enews entreremo nel merito del referendum che viene dipinto come “il referendum sulle trivelle”, ma che come sapete non riguarda nuove trivellazioni, quanto la possibilità di non sprecare energia che già c’è. Il Governo rispetterà ovviamente l’esito delle votazioni. Quello che voglio sottolineare è che in un referendum abrogativo in cui la Costituzione prevede un quorum, chi è d’accordo col referendum va a votare e vota sì. Chi non è d’accordo col referendum può votare, ma solitamente evita di andare a votare per evitare che il quorum si raggiunga. è dunque una posizione del tutto legittima, costituzionalmente garantita. Nel merito ciascuno si farà la sua idea. Ma l’astensione in un referendum con il quorum non è disaffezione dalla politica: può essere scelta motivata e legittima. Ne parleremo la settimana prossima.

A proposito di settimana prossima, non ci mancheranno gli impegni.
Alla Camera si voteranno in sesta e definitiva lettura le riforme costituzionali. Prenderò la parola anche io nel dibattito, perchè voglio che resti agli atti il valore di questa importante legge.
Molte occasioni di valorizzare l’Italia che vogliamo rilanciare: a Verona il Vinitaly (ci sarò lunedì per un dialogo con il fondatore di Ali Baba, Jack Ma, il più grande “negozio” del mondo e noi abbiamo molto bisogno di valorizzare il nostro vino). A Milano il Salone del mobile (mercoledì). Vi piace questo video sul turismo in Italia fatto dalla Rai e ripreso dal ministero dei beni culturali?
Nel frattempo martedì visita ufficiale in Iran.

 

Pensierino della sera.
Nella mia visita napoletana sono partito da Nisida, un luogo meraviglioso che ospita il carcere minorile. Ho incontrato gli “ospiti” di questa struttura. Il carcere, specie minorile, è un luogo di frontiera in tante battaglie. Contro la criminalità, certo. Contro la radicalizzazione. Contro la disperazione. Dare a questi ragazzi una seconda possibilità: questo è ciò che divide la giustizia dal giustizialismo. Tenendo sempre in mente le vittime. In questa foto stiamo osservando i nomi delle vittime innocenti, non solo della Camorra fatto dal Laboratorio di ceramica del carcere insieme a Libera. E qui uno di questi ragazzi ci ha raccontato cosa gli ha detto la moglie di una vittima: “Se tu cambierai vita, io sarò felice. Non perché così il sacrificio di mio marito sarà meno doloroso. Ma perché almeno sarà servito a cambiare la tua esistenza”. Vorrei dirvi che ho avuto i brividi a pensare a quella cittadina – che non conosco – e che merita tutta la nostra ammirazione. E i brividi a pensare che quei ragazzi possano avere dalla nostra comunità un’occasione per tornare – in alcuni casi per iniziare – finalmente a vivere nella strada della legalità.

Un sorriso,

Matteo

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