La piazza è «aperta della sette della mattinaalla sera, chiunque arriva a Roma ochi sta a casa perché non può muoversi,chi si alza alle tre per partire da Torino ochi alle 5 per venire da Lecce, chi viene intreno o chi in pullman ci può mandareun video, parlare, spiegare le sue ragionidel Sì e raccontare il suo viaggio versoPiazza del Popolo, dove si vedrà proiettatasulla “lavagna». Ovvero tremegaschermi a led 10×6.
Attraverso Facebooke Periscope sarà una sorta di streaminggigante sul film della manifestazione delPd, i singoli diventano comunità anchevisiva, uniti dall’essere in piazza per il Sì sabato prossimo. Una piazza che vuole essere una vera “CasaComume” per una festapopolare. Dire che è tanto super attivoquanto entusiasta è dire poco, perMassimo Gramigni, organizzatore di eventiche dagli anni 70 ha animato la culturafiorentina, da quando portò PattiSmith allo stadio di Firenze nel 1979 facendo conoscere dal vivo la poetessa delrock a migliaia di giovani. «Un mese fa, il29 settembre, eravamo al Nelson MandelaForum e Renzi mi ha detto: “Te neoccupi tu per favore? Dai, dammi unamano”».
Oddio, di cosa? si è chiesto Gramigni,che ancora si dice «comunista agnosticoberlingueriano».
Della manifestazioneper il Sì a Roma il 29 ottobre.«Unmese di tempo, avevo capito che era il 29novembre…». Non è uno che si spaventa,del resto l’anno scorso ha organizzato lamessa del Papa allo stadio di Firenze.Seminai si diverte, Gramigni, e ha messoin moto (a razzo) la macchina organizzativacon il suo socio di una vita, ClaudioBertini che, da Firenze «mi ha lasciato qualche oralibera» per andare a Roma,dove già da ieri era in piazza del Popolo amontare il palco. Insieme hanno fondatonel 1985 la Prg, la “macchina” appunto,che a Firenze e in Toscana organizzaconcerti e spettacoli, quasi duemila, partitiil 25 aprile del ’79 con il concerto diLucio Dalla allo Stadio Artemio Franchi.
Biglietto a prezzo politico, 1500 lire, arrivarono15 mila persone, racconta Gramigni,e poi tutti i big, da Madonna a Springsteena Peter Gabriel ma anche Guccini,De Gregori e tanti italiani. Classe ’57, orgogliosodel suo passato «ho avuto l’onoredi incontrare due volte Nelson Mandela,e ho dato il suo nome al Forum», ilpalasport per gli eventi, rinunciando asoluzioni più commerciali. Ora questa manifestazione sarà «unafesta, con una trama popolare, per far sentire l`orgoglio di essere del Pd, dei risultatidi questi due anni e mezzo di governo»,con lo slogan “Un’Italia più forteper una Europa più giusta“» che campeggeràsul palco col tetto trasparenteche guarda il cielo dai teli cristal. Un grande ombrello di 20 metri per 12 apertoai lati «e se piove forte si bagna il segretariocome tutti gli iscritti». Democraziaorizzontale, anche se i bersaniani dellaminoranza forse non ci saranno, mentreCuperlo ci sta pensando e dipende daglisviluppi della trattativa sull’Italicum.
A parlare come politico sarà solo MatteoRenzi dopo le 17, ma dalle 14 alle 18 si susseguiranno «parole e musica, testimonianzedi persone reali, non politici,in 50 saliranno sul palco». Da Pietro Bartolo,medico di Lampedusa a «chi fa battagliequotidiane» ad alcuni personaggiche devono ancora aderire. A scandire il ritmo dell’evento dei gruppi importantidi musica popolare, l’ensemble tarantolato”di Antonio Castrignanò; LucillaGaleazzi, dai canti di lavoro con GiovannaMarini (che potrebbe comparire sulpalco) all’ethno jazz; la sempre Nuova Compagnia di Canto Popolare, Luigi Cinque,l’Orchestra multietnica di piazzaVittorio. E i cantori e musicisti di Amatrice,poesia a braccio per la ricostruzione.
«Nessuna star» sul palco, semmai apparirannoin video «l’ho chiesto a tutti, a Morandi da Carloforte, a Baglioni daCentocelle», a Benigni. Chi crede al Sì batta un suono. Attorno al palco i gazeboper i parlamentari, i banchetti del Sì e dell’Unità, uno per i terremotati di Amatrice.Sul Pincio i Giovani Democratici con una bandiera di 100 metri e, alla fine,l’obelisco vestito di luce tricolore. Tra il Nazareno e le federazioni in tuttaItalia si organizzano treni, alta velocità o slow, da Torino, Milano, Venezia e dalSud, dalle isole si tenta con gli aerei. Tutto a prezzi scontati, «nessuna azienda miha chiesto compensi, solo le spese vive eil soggiorno», spiega Gramigni. «Contodi portare a Roma Matteo col treno che parte da Firenze Campo di Marte, quellodi una volta..», confessa, ma ha un altro sogno: «Se trovo un cantante vorrei finirecantando con Renzi e tutta la piazza “L’anno che verrà” di Lucio Dalla».