“Il tema della difesa della sanità pubblica è e sarà – accanto a quello della scuola – uno dei principali terreni di scontro e di battaglia politica tra destra e sinistra, tra maggioranza e opposizioni. Sento per questo tutta la responsabilità del lavoro che mi attende nella nuova Segreteria”.
Così in un’intervista al Riformista la responsabile del settore sanità e salute del PD, Marina Sereni, secondo la quale “la pandemia del Covid 19 ha rappresentato uno spartiacque. Da un lato ci siamo tutti resi conto dell’importanza cruciale di un Sistema Sanitario pubblico e universalistico, disegnato per garantire la salute di ciascun cittadino e ciascuna cittadina a prescindere dal suo reddito. Dall’altro abbiamo toccato con mano le fragilità e i limiti di un Sistemai cui fabbisogni – in termini di risorse finanziarie, materiali e umane – sono state per troppi anni sottostimati. Abbiamo toccato con mano quanto forti siano le differenze territoriali – tra Nord e Sud ma anche tra aree interne e grandi città – e abbiamo ‘scoperto’ quanto la salute sia un ‘bene pubblico globale'”.
Secondo Sereni però “a livello nazionale siamo oggi di fronte ad una vera emergenza” in quanto “Con la pandemia alcune patologie sono state inevitabilmente trascurate, sono sorti o cresciuti alcuni bisogni come quelli per la salute mentale, le diseguaglianze sono aumentate e sono milioni gli italiani che dichiarano di aver smesso di curarsi per mancanza di risorse. Proprio partendo da queste preoccupazioni i due ultimi Governi della precedente legislatura avevano impostato un percorso volto ad accrescere l’attenzione e le risorse per irrobustire il nostro Sistema Sanitario, sia immettendo nuove risorse umane sia facendo nuovi investimenti sulla medicina territoriale e sulle nuove tecnologie.
Con il Governo Meloni questo percorso virtuoso si interrompe: nella legge di Bilancio non c’è un Euro per recuperare l’aumento dell’inflazione, e dunque nelle risorse c’è di fatto un taglio, mentre sulla capacità di attuazione del PNRR, che per il SSN rappresenta una grande opportunità, si addensano non poche nubi. Se a questo aggiungiamo i propositi dell’attuale Governo in materia di riforme istituzionali c’è da essere veramente allarmati.
L’autonomia differenziata – come ha autorevolmente denunciato la Fondazione GIMBE – provocherebbe la dissoluzione del SSN e aumenterebbe il divario tra aree forti e aree deboli mettendo in discussione l’uguaglianza sostanziale tra cittadini di fronte alla malattia. C’è tra le forze di opposizione una sintonia su questo terreno, proporremo di incontrarci per organizzare una battaglia comune per la salute e la difesa della Sanità pubblica, in Parlamento e nei territori”.